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Sicilia, tagliati gli stipendi ai manager ma salvato il vitalizio a Cuffaro

Lʼex governatore in carcere per mafia continuerà a percepire i 6mila euro al mese. Non passa lʼemendamento del M5S, scontro in aula

salvatore cuffaro totò
ansa

In Sicilia i burocrati della Regione e degli enti collegati, in servizio e in quiescenza, non potranno guadagnare più di 160 mila euro lordi dal primo luglio di quest'anno al 31 dicembre del 2016. A fissare il tetto è un emendamento appena approvato dall'Assemblea regionale siciliana. La stessa Regione ha però "salvato" il vitalizio dell'ex governatore Totò Cuffaro, in carcere per mafia. Non passa l'emendamento presentato dal M5S. Violente discussioni in aula.

La norma che estendeva la decadenza dal vitalizio anche ai condannati per mafia, era stata presentata dai 5stelle e controfirmata dal vice presidente dell'Antimafia, Fabrizio Ferrandelli (Pd). Diciotto i voti a favore, 33 i contrari. Il governo aveva dato parere contrario, mentre la commissione Bilancio s'era espressa favorevole a maggioranza.

Forza Italia vota col M5S - A favore del subemendamento, bocciato dall'aula, hanno votato tutti i deputati del gruppo M5s, i parlamentari di Forza Italia Edgardo Bandiera e Salvo Pogliese, Fabrizio Ferrandelli del Pd, Vincenzo Vinciullo del Ncd e Antonio Venturino del Misto. Sette gli astenuti. Il voto è stato palese. Alcuni deputati, presenti in aula, risultano però tra gli assenti.

Violento scontro in aula - Il caso Cuffaro ha accesso un durissimo scontro all'Assemblea siciliana fra il presidente del Parlamento, Giovanni Ardizzone, e il Movimento 5 Stelle. Ad innescare la miccia è stata la proposta fatta dal pulpito di sala d'Ercole, dal deputato regionale dei 5stelle, Giancarlo Cancelleri, di inserire nella norma del governo Crocetta sul tetto di 160mila euro lordi agli stipendi dei burocrati della Regione un emendamento per tagliare il vitalizio ai parlamentari regionali condannati per reati di mafia.

Immediata la replica di Ardizzone: "Mi svesto dalle vesti istituzionali - ha detto, rispondendo all'ex capogruppo grillino - e le ricordo che questa è materia penale, l'Ars non ha competenza. Anche se lei non ha studiato giurisprudenza, dovrebbe saperlo: se non sbaglio il vostro gruppo parlamentare ha molti consulenti. Avete fatto diventare il 'caso-Cuffaro' un caso nazionale, siete andati nelle televisioni nazionali a parlare male delle istituzioni che voi stessi rappresentate".

Lo scontro da Giletti - Il riferimento era alla recente partecipazioni di Cancelleri a l'Arena dedicata al 'caso Cuffaro', l'ex presidente della Regione in carcere per mafia, che continua a percepire la pensione di 6 mila euro lordi al mese. Poco dopo è intervenuto il capogruppo del M5S, Francesco Cappello, che rivolgendosi ad Ardizzone ha detto: "Presidente, noi non siamo amici di Cuffaro e non abbiamo amici mafiosi da difendere. Evidentemente lei non ha più la serenità necessaria a svolgere il suo ruolo di presidente dell'Ars, si dimetta".