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Scontro nel Pd, Bersani a Renzi: "Ci rispetti come fa con Berlusconi"

Sul lavoro la minoranza del partito replica al premier che aveva dichiarato: "Cascate male, ho preso i voti per cambiare davvero lʼItalia"

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ansa

"Con la mia storia conservatore no, non posso essere accusato di esserlo. Vecchia guardia posso accettarlo ma più vecchia guardia di Berlusconi e Verdini chi c'è". Così Pier Luigi Bersani replica a Matteo Renzi. "Vedo che loro sono trattati con educazione e rispetto, spero che prima o poi capiti anche a me", ha aggiunto. Votare contro il Jobs Act? "Io non ragiono così ora ci riuniamo per trovare una convergenza e un'intesa", ha affermato.

Ad alimentare lo scontro interno al Pd è stato proprio il premier che, sul lavoro, avverte: "Nel mio partito c'è chi pensa" che dopo il 40,8% alle europee "si possa" continuare con "un 'facite ammuina'" per cui "non cambia niente e Renzi fa la foglia di fico: sono cascati male, ho preso questi voti per cambiare l'Italia davvero".

Cuperlo a Renzi: "Basta propaganda e ultimatum" - D'altra parte, arriva un altro attacco al premier da Gianni Cuperlo, che dice: "La delega sul lavoro è ancora troppo vaga. Chi fa il segretario e premier ha il dovere di indicare il percorso". E ancora: "Non possiamo accettare una discussione strumentalizzata per dividere il Pd tra innovatori e conservatori o minacciare decreti". Basta con "le provocazioni e gli ultimatum", parlare di merito senza "propaganda".

"E' ora di finirla - precisa in una nota - con la rappresentazione di un Pd diviso tra chi vuole innovare e estendere i diritti a chi non ne ha e chi invece ha lo sguardo rivolto al passato e vuole tutelare chi è già protetto e conservare solo diritti acquisiti".

"Io mi chiedo se sia possibile discutere di merito in Parlamento senza fare propaganda. La delega presentata in Senato è - sottolinea Cuperlo - Chi fa il segretario del principale partito italiano e il presidente del Consiglio ha il dovere di indicare il percorso che si vuole fare per arrivare ad una riforma del lavoro che estenda davvero i diritti a chi non li ha".

Renzi: "Non togliamo i diritti, li diamo a chi non li ha" - Ma Renzi, in un'intervista al Tg2, difendendo il Jobs Act, dice: "L'Italia deve cambiare: sono anni che continuiamo a cambiare il governo ma non le cose. E così come riformando la Costituzione non stiamo attentando alla democrazia", con la riforma del lavoro vogliamo "rendere più semplice lavoro: nessuno vuole togliere diritti ma darli a chi non li ha avuti".

E ancora: "Servono nuove regole semplici per gli imprenditori e in grado di garantire chi perde il posto di lavoro". Attualmente in Italia "è come se ci fosse la serie A e la serie B" dei lavoratori. In partenza per gli Usa, dove visiterà anche la sede di Twitter, afferma: "Noi possiamo cercare di collegare l'innovazione e il mondo del futuro alla creazione di posti di lavoro: gli americani hanno un tasso di disoccupazione che è la metà del nostro".