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Riforme, Napolitano: paralisi è dannoRenzi: frenatori sono uno spot per noi

Incontro con il presidente del Senato Grasso. "Lʼostruzionismo esasperato rappresenta una grave difficolta", ha illustrato al presidente della Repubblica la seconda carica dello Stato

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Per Giorgio Napolitano è essenziale per la credibilità delle istituzioni portare a termine le riforme. Il Capo dello Stato lo ha sottolineato durante l'incontro con il presidente del Senato, Pietro Grasso, insistendo, come rendono noto fonti del Colle, "sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale".

Il presidente del Senato, Piero Grasso, dal canto suo ha "illustrato l'andamento dei lavori a palazzo Madama sulla legge di riforma costituzionale mettendo in luce le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato tradottosi in un numero abnorme di emendamenti".

Renzi ai suoi: "I frenatori sono preoccupati, è uno spot per noi" - Matteo Renzi sa che i "frenatori" delle riforme sono preoccupati perché "stiamo riuscendo davvero a farle". Il premier, secondo quanto si apprende, scherza con i suoi: "Uno spot migliore non ce lo potevano fare". Matteo Renzi guarda al Senato e all'atteggiamento del presidente del Senato Grasso, con il piglio evidenziato all'inaugurazione della Brebemi. Il premier sarebbe concentrato sulle priorità del Paese, le infrastrutture, il lavoro, l'economia.

A Palazzo Madama invece se continua l'ostruzionismo il primo via libera al testo potrebbe arrivare a settembre e l'approvazione definitiva della riforma a metà 2015. L'azione delle opposizioni (verifica del numero legale, richiesta di votazioni per parti separate, dichiarazione di voto su ogni articolo, dichiarazioni in dissenso e altri strumenti per allungare discussioni e tempi) rischia di far saltare tutto. Se l'approvazione del Senato slittasse a dopo la pausa estiva, a meno che Palazzo Madama restasse aperto ad agosto, l'iter non potrebbe completarsi che nel 2015 portandosi dietro anche la legge elettorale che il premier aveva legato al primo via libera del ddl sulle riforme.