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Lavoro, art. 18 e ammortizzatori: gli emendamenti della minoranza del Pd

Sette proposte di modifica alla legge delega. Guerra: "Non è un aut aut". Sacconi: "Sono irricevibili, proposte senza senso". Damiano: "Emendamenti senatori su giusta strada"

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ansa

Le minoranze del Pd hanno presentato sette emendamenti alla legge delega sul lavoro: le modifiche proposte riguardano vari temi, dall'articolo 18 agli ammortizzatori, e sono firmate da un minimo di 28 senatori a un massimo di 38 esponenti. Gli emendamenti si riferiscono tutti all'articolo 4 del testo, che riguarda il contratto a tutele crescenti e quindi il riordino delle forme contrattuali.

La decisione è stata presa al termine di un vertice durato circa due ore, nella sala Aldo Moro alla Camera, a cui hanno preso parte gli esponenti delle diverse aree della minoranza Pd: tra gli altri, i riformisti Alfredo D'Attorre e Stefano Fassina, ma anche Rosy Bondi, Pippo Civati, i presidenti delle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera Francesco Boccia e Cesare Damiano. E ancora, Vannino Chiti, Barbara Pollastrini, Paolo Fontanelli.

Ecco cosa chiede la minoranza del Pd nei suoi emendamenti:

Art. 18 ai neoassunti dopo tre anni - La piena tutela dell'articolo 18 per tutti i neoassunti dopo i primi tre anni di contratto a tutele crescenti.

Rendere contratto indeterminato più conveniente - Il contratto a tempo indeterminato va promosso come "forma privilegiata di contratto di lavoro", rendendolo "progressivamente più conveniente rispetto agli altri tipi di contratti in termini di oneri diretti e indiretti".

Tetto a 5mila euro per i voucher - Voucher sì, ma confermando il tetto di 5mila euro di reddito all'anno in modo da evitare che questo strumento possa sostituire rapporti di lavoro più strutturali.

Paletti per i controlli a distanza - I controlli a distanza previsti dal ddl delega sul lavoro devono avere dei paletti. La proposta di modifica prevede infatti che tali controlli possano essere fatti solo sugli impianti.

Cambio di mansioni solo con l'accordo delle parti - La possibilità di cambiare le mansioni di un lavoratore, in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, va definita sulla base di "parametri oggettivi" e comunque necessita di un accordo tra le parti, con una previsione a livello di contrattazione collettiva, anche aziendale.

Superare le tipologie di contratti inutili - Tutte le forme contrattuali esistenti vanno analizzate in modo da valutarne "l'effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale" con l'obiettivo di interventi di "semplificazione o superamento".

Priorità alla riforma degli ammortizzatori - Prima la riforma degli ammortizzatori, con tanto di specificazione delle risorse, e l'individuazione delle politiche attive, poi la revisione delle tipologie contrattuali. "Vogliamo - spiegano i firmatari - che i due pilastri siano contestuali".

"Abbiamo lavorato a degli emendamenti con l'obiettivo di incidere sulla delega ma noi non facciamo aut aut, non è nel nostro spirito. E non facciamo neanche agguati", ha detto la senatrice del Pd Maria Cecilia Guerra replicando a chi le ha chiesto come voterebbero le minoranze nel caso in cui gli emendamenti al ddl delega fossero respinti. "Siamo fiduciosi - ha aggiunto il senatore Pd Federico Fornaro - che con il confronto parlamentare si possa migliorare la delega. Dal ministro sono arrivate delle aperture: ha detto che il Parlamento deve fare la sua parte. C'è dunque spazio per il lavoro parlamentare con spirito costruttivo e non ci è stato detto che il testo è blindato".

Sacconi: "Emendamenti irricevibili" - Il capogruppo di Ncd a Palazzo Madama e presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi ha detto che "gli emendamenti della minoranza Pd sono irricevibili". "Ipotizzano il contratto a tempo indeterminato con un assurdo periodo di prova senza art. 18 di tre anni confermando, tra l'altro, che l'art. 18 è modificabile ma poco. E' una proposta senza senso". Fanno emergere, ha aggiunto, "una visione vecchia e ideologica: noi non li voteremo mai".

Damiano: "Emendamenti su giusta strada" - "Gli emendamenti presentati al Senato da parlamentari del Pd indicano la strada giusta". Così il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano. "Sono correzioni relative non solo all'art.18 ma anche alle mansioni, ai controlli a distanza e alla cancellazione delle forme più precarie di lavoro".

Cuperlo: Renzi non dirige, comanda - "Nessuno mette in discussione la legittimità di Matteo Renzi ma una cosa è dirigere il partito, che non è una ditta o una caserma, altra cosa è comandare". Lo ha affermato l'ex presidente del Partito democratico Gianni Cuperlo. "All'unisono come minoranza Pd vogliamo migliorare la legge delega sul lavoro. E stiamo al merito del provvedimento: nessuno vuole rallentarlo", ha sottolineato. Il referendum tra gli iscritti è "un'opzione, non una priorità".

Bersani: Renzi governa con mio 25%, mi rispetti" - "Renzi ha preso il 40%? Con il mio 25% sta governando. Io non ci sono al governo, mi va bene, non chiedo riconoscenza ma rispetto". Così l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a La7.

"Ipotesi scissione? Non esiste" - "Non esiste, ma figuriamoci". Così Bersani a chi gli chiede se sia possibile una scissione dei "bersaniani" dal Pd.