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Cantone: "Corruzione come la mafia" "Mani pulite? Non tenetele in tasca"

Per combattere il fenomeno, per il presidente dellʼAnticorruzione, è necessario invertire un trend

Raffaele Cantone presidente anticorruzione
ansa

"L'Italia non si può permettere figuracce come quella di non fare l'Expo semplicemente perché siamo incapaci di far rispettare le regole". Lo ribadisce il presidente dell'Authority anticorruzione, Raffaele Cantone. "La corruzione è come la mafia, quando non se ne parla vuol dire che prospera", aggiunge. "Anche con tutti i superpoteri possibili non potrò impedire il verificarsi dell'illegalità in futuro, bisogna invertire un trend", spiega.

Parlando a un dibattito tenutosi a Napoli e intitolato "Guarire dalla corruzione", Cantone ha quindi spiegato come chi chiede "mani pulite" debba per primo "smettere di tenere quelle mani in tasca".

"Sulla corruzione i provvedimenti emergenziali sono toppe. Una risposta adesso va data, ma il tema deve restare di attualità anche quando non ci sono casi eclatanti", ha quindi aggiunto il presidente dell'Anticorruzione.

"Expo? Figuraccia internazionale" - "Cantone ha poi spiegato quale sia stato l'impatto internazionale dell'inchiesta sull'Expo: "Mi hanno detto che il segretario generale dell'Onu ha detto di togliere la propria fotografia dal sito dell'Expo: l'Italia non può permettersi questa figuraccia. Non possiamo rinunciare a un evento internazionale come questo:darebbe il segnale che per questo Paese non c'è speranza".

Dl Anticorruzione, "scelte coraggiose" - "Al primo impatto sulle norme che ho letto, mi sembra che le soluzioni scelte siano coraggiose e vadano nella giusta direzione", ha detto Cantone parlando della bozza del decreto che "dona" all'Authority poteri sanzionatori. "Mi sembrano positive le norme che riguardano le vicende dell'Expo in ordine di possibilità di controlli preventivi da parte dell'Anticorruzione sugli appalti in corso e quelli da affidare", ha aggiunto.

Per Cantone, inoltre, è positiva anche la norma che "introduce un meccanismo che pur non prevedendo la revoca degli appalti, ne prevede il commissariamento". Questa norma infatti "non impedisce il proseguimento dei lavori ma impedisce al soggetto che corrompe di ottenere un vantaggio dal proprio reato".