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Amazon, Franceschini: norme globali

Il gigante dellʼe-commerce vorrebbe vendere i libri a un prezzo fisso praticando, secondo alcuni, sconti eccessivi, oltre a rivedere le percentuali per la ripartizione dei diritti: 50% allʼautore, 20% allʼeditore, 30% al distributore, percentuale da molti ritenuta troppo alta

Dario Franceschini confindustria
ansa

Arriva anche in Italia la battaglia anti Amazon che si è accesa nel pieno dell'estate negli Stati Uniti con 900 scrittori americani schierati contro il portale di e-commerce di Jeff Bezos. Sulle polemiche sul prezzo dei libri interviene il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. "Serviranno regole non soltanto europee, ma globali, per rispondere ai giganti della rete" sottolinea Franceschini.

La questione - Amazon vorrebbe vendere e distribuire i libri a un prezzo fisso praticando, secondo alcuni, sconti eccessivi, oltre a rivedere le percentuali per la ripartizione dei diritti: 50% all'autore, 20% all'editore, 30% al distributore, percentuale da molti ritenuta troppo alta.

Franceschini, intervistato dal sito cadoinpiedi.it, fa notare però che "il tema è più ampio. Non si limita, infatti, all'industria libraria. Penso ad esempio - dice - al settore alberghiero, con portali come Booking che vincolano gli alberghi a non offrire i propri servizi a prezzi più bassi attraverso altre agenzie o il proprio sito, o al caso dei produttori musicali indipendenti, che hanno problemi con YouTube, da quando il portale video è controllato da Google; YouTube, infatti, nei contratti propone condizioni economiche difficili da sostenere".

Un invito a "studiare una strategia comune" viene dal direttore editoriale della Bompiani, Elisabetta Sgarbi che lancia una proposta. "Se l'Italia - dice la Sgarbi - ha mantenuto un rapporto non troppo conflittuale con Amazon è giusto che il nostro Paese, attraverso un'iniziativa del ministro, si faccia portavoce di un tentativo di mediazione".

La questione più spinosa sul tavolo è quella dell'Iva comunitaria, in scadenza il 1 gennaio 2015 e il ministro Franceschini ha annunciato una battaglia per una posizione comune europea sostenendo che in Italia bisogna "abbassare al 4% l'Iva degli ebook equiparandola a quella dei libri cartacei". "E' un processo lento l'adeguamento a livello europeo - riconosce il direttore generale Libri Trade del Gruppo Mondadori, Riccardo Cavallero - ma bisognerebbe intanto, da gennaio, permettere a ogni paese di applicare sul libro digitale la stessa Iva del libro di carta". Che si debbano "facilitare i singoli Stati membri per equiparare l'Iva dell'ebook a quella del libro di carta come hanno fatto Francia e in Lussemburgo con procedura informale" ne è convinto anche Stefano Mauri, presidente e a.d. del Gruppo Gems, che invita anche a "difendere la qualità dei contenuti". Altra questione urgente e', anche per Cavallero, "la difesa del copyright altrimenti

"Penso che Franceschini stia studiando delle strategie comuni e so che il ministro è impegnato in questa direzione" ci tiene a sottolineare la Sgarbi. E nel semestre di presidenza italiana Ue, il ministro rassicura che "nella lettera che ho inviato ai 27 ministri della Cultura europei ho indicato, tra gli altri, proprio questi temi. Ma ci vorrà tempo".