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Smart Roads, anche lʼItalia in corsa

Si comincerà dalla Salerno-Reggio Calabria

Si chiamano “Smart Roads” e sono le strade cablate e connesse dove saranno possibili i test sui veicoli a guida autonoma.

Quelle senza guidatore, per intenderci, o dove almeno in alcuni momenti sarà possibile cedere la gestione del volante al pilota automatico. Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha autorizzato i costruttori auto a svolgere questi test sulle strade pubbliche italiane, come del resto già accade in Usa, Germania e altri Paesi europei.

Il via alla sperimentazione è stato confermato da Mario Nobile, capo della Direzione generale per i sistemi informativi e statistici del ministero, nel corso della conferenza organizzata da Anas in collaborazione con la World Road Association. La sperimentazione coinvolge non soltanto le aziende del settore auto, ma anche enti di ricerca e università, che prima di mettersi in strada dovranno comunque chiedere lʼautorizzazione per i test ai gestori delle strade, per poterli effettuare in tutta sicurezza, sia in autostrada che in strade urbane. Nella prima fase, i test saranno ammessi soltanto con veicoli che, comunque, abbiano a bordo un pilota in grado dʼintervenire in caso di emergenza.

In Italia i test inizieranno dalla nuova autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria, lʼAutostrada del Mediterraneo, freschissima di rilancio dopo la chiusura dei lunghi lavori di ristrutturazione. È gestita dallʼAnas, che intende farne “un corridoio stradale totalmente connesso”, ha detto il Presidente Gianni Vittorio Armani. Nel giro di due anni il progetto delle Smart Roads italiane si estenderà al Grande Raccordo Anulare di Roma e all'A91 Roma-Fiumicino, allʼA19 Palermo-Catania e alla Tangenziale di Catania.

Sulle strade connesse e le auto a guida autonoma lʼItalia sconta un certo ritardo nei confronti di altri Paesi. Negli Stati Uniti i primi test risalgono al 2010. I problemi normativi sono però comuni a tutti, bisogna legiferare in materie delicate come la responsabilità penale in caso di incidenti (del costruttore, del manutentore, del proprietario del veicolo?), oppure nella circolazione su strade che solo parzialmente sono omologate per la guida autonoma, fino alle licenze di guida (le patenti), che dovranno prendere in considerazione la conoscenza degli inediti dispositivi elettronici montati sulle auto del prossimo futuro. Sfide da far tremare i polsi ai legislatori più esperti.