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Lʼairbag per le biciclette presto realtà

Dagli Usa e dalla Svezia due validi progetti

Le frontiere della sicurezza allargano il loro campo dʼazione.

Merito degli airbag per ciclisti, che arriveranno presto sul mercato e aiuteranno i caschi a proteggere il cruciale apparato testa-collo di chi ama muoversi su due ruote. Due ricerche distinte, una dellʼUniversità americana di Stanford e lʼaltra della Lund University svedese, promettono molto bene.

A Stanford il bioingegnere David Camarillo ha sviluppato una particolare tipologia di casco gonfiabile, una via di mezzo tra lʼairbag e il tradizionale caschetto per ciclisti. Il casco gonfiabile è alloggiato in una sorta di collare, che può essere inserito in un gilet o in una giacca e si espande in pochi millisecondi in caso dʼimpatto, andando a coprire completamente testa e collo e riducendo il rischio di fratture al cranio e danni al cervello, spesso salvando la vita al ciclista coinvolto in un incidente. Pubblicata sul numero di settembre degli Annals of Biomedical Engineering, lʼinvenzione di Camarillo promette di ridurre di 5-6 volte i movimenti accelerati della testa, mentre la struttura soffice del casco gonfiabile attutisce gli impatti al suolo.

Dalla Svezia arriva invece il progetto Hövding delle studentesse dʼIngegneria Anna Haupt e Terese Alstin, in collaborazione con Alva Sweden, azienda che produce airbag. Lʼocchio femminile ha avuto in questo caso unʼattenzione in più al problema della sicurezza dei ciclisti. Il perché è presto detto: molte donne non indossano il casco per paura di rovinare l'acconciatura, e anche perché nel freddo svedese molte preferiscono coprirsi con un cappello pesante e il casco non sarebbe più indossabile. Hövding però assomiglia a uno scaldacollo e una volta indossato si mette in funzione con una levetta on/off. Il suo sistema rileva i movimenti anomali del capo e le possibili cadute o incidenti, intervenendo in un decimo di secondo per far aprire lʼairbag a forma di casco attorno alla testa.