Zika, Oms: favorire lʼaborto per combattere la microcefalia
Secco no dai vescovi e dalle autorità brasiliane. lʼinterruzione di gravidanza non è contemplata per quella malattia e inoltre crea una selezione inaccettabile

Scontro tra l'Oms e il governo brasiliano, affiancato dai vescovi, sulla possibilità di abortire da parte delle donne incinte colpite dal virus Zika. "Le donne che vogliono mettere fine a una gravidanza per paura della microcefalia dovrebbero avere accesso a servizi sicuri per abortire. E consultare uno specialista per accedere a servizi di interruzione della gravidanza sicuri", scrive l'Oms in un decalogo, osteggiato dalle autorità locali.
Zika, Oms: favorire lʼaborto per combattere la microcefalia
Secco no dai vescovi e dalle autorità brasiliane. l'interruzione di gravidanza non è contemplata per quella malattia e inoltre crea una selezione inaccettabile.
leggi tuttoUna posizione che si scontra con i protocolli governativi e la posizione della Chiesa. "Niente aborto per i casi di microcefalia fetale causata dal virus Zika", è la posizione "inequivoca" del governo brasiliano. "La posizione del ministero della Sanità è quella in difesa della legge", ha detto il ministro Marcelo Castro. "Siamo agenti pubblici - ha aggiunto Castro - e non possiamo avere altra difesa che non sia quella rigida della legge. La legislazione brasiliana permette l'aborto solo in tre situazioni, che non includono la microcefalia".
Stessa posizione, anche se da una prospettiva diversa, da parte dei vescovi brasiliani, i quali muovono un duro attacco all'Organizzazione mondiale per la sanità. "Così si favorisce l'eugenetica, ovvero la pratica di selezionare persone perfette", ha detto il segretario generale della Cnbb, don Leonardo Steiner, al quotidiano 'Estado de S.Paulo'. "La microcefalia è presente in Brasile da anni. Ci si sta approfittando del momento per introdurre di nuovo il tema dell'aborto", ha aggiunto il religioso.
Virus Zika, un caso a Rimini - Caso di virus Zika a Rimini. Si tratta di un 30enne del luogo, rientrato da una vacanza a Santo Domingo. E' il primo caso in Emilia Romagna. L'uomo era rientrato a fine gennaio e dopo pochi giorni aveva accusato sintomi come febbre alta, congiuntivite e dolori articolari. Si è rivolto al suo medico di base che gli ha prescritto accertamenti al dipartimento di microbiologia del Sant'Orsola di Bologna che hanno confermato la presenza del virus.
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