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Valanga sullʼEverest, 22 alpinisti morti Tre italiani bloccati al campo base

Già estratti alcuni cadaveri. Appello su Twitter: "Mandate un elicottero". I tre italiani sono Marco Zaffaroni, Roberto Boscato e Marco Confortola, sopravvissuto a un tragico incidente sul K2 nel 2008, e bloccato sul Dhaulagiri

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Il terremoto in Nepal ha provocato anche una valanga sull'Everest che ha colpito i campi base. In questi giorni sul luogo ci sono molti alpinisti e sherpa. Si contano 22 alpinisti stranieri morti, ma si teme un bilancio ancora più pesante. Duecento i dispersi. Tre gli italiani bloccati al campo base. NELLE FOTO TGCOM24 alcuni scatti da Lobuche, avamposto della valle del Kumbu e Namche Bazar, sempre nel Kumbu

Valanga sullʼEverest, 22 alpinisti morti Tre italiani bloccati al campo base

Il timore però è che le vittime possano essere molto di più perché questa è la stagione delle spedizioni e sulla montagna più alta del mondo, secondo alcune fonti, c'erano almeno mille scalatori. Mentre per chi è sopravvissuto alla furia di ghiaccio, neve e rocce si prospetta una notte difficile se i soccorsi non arriveranno in tempo.

La valanga ha colpito in uno dei punti più pericolosi della montagna, tra la parete ghiacciata di Khumbu e il campo base dove vengono organizzate la maggior parte delle spedizioni internazionali a 5.000 metri d'altezza. Secondo il quotidiano francese Le Monde, sono 400 gli stranieri impegnati in questi giorni in spedizioni.



Appello su Twitter: "Mandate un elicottero" - "E' un disastro enorme. Ho aiutato nella ricerca e nel soccorso delle vittime in una vasta area disastrata. Ci sono molti morti, molti altri gravemente feriti. Altri moriranno se un elicottero non arriverà il prima possibile". Lo scrive su Twitter un alpinista romeno, Alex Gavan, che si trova al campo base dell'Everest. Il danese Carsten Lillelund Pedersen, impegnato in una spedizione con il belga Jelle Veyt, ha descritto su Facebook quei terribili momenti. "La terra ha tremato moltissimo, poi una valanga gigantesca ha spazzato via il campo base. Io e Jelle ci siamo messi a correre per salvarci la vita. Non siamo riusciti a raggiungere le tende e allora ci siamo riparati dietro una roccia. Non si vedeva nulla e respiravamo a fatica". Pedersen ha spiegato che la sua postazione si trova ai margini del campo base "che è come una cittadina, con quasi 500 tende". Lì ci sono molti feriti, ha spiegato, alcuni dei quali hanno subito fratture e ferite alla schiena nel tentativo di fuggire alla valanga. Tra questi, "il più grave ha entrambe le gambe rotte". La paura è che tanti alpinisti siano rimasti sepolti nelle loro tende.

Tre alpinisti italiani bloccati - Sono ore di angoscia per la sorte di tre alpinisti italiani bloccati sull'Everest e sul Dhaulagiri. Sono Marco Zaffaroni, Roberto Boscato e Marco Confortola, sopravvissuto a un tragico incidente sul K2 nel 2008. "Adesso il vero obiettivo è capire come scendere da qui e non più salire", ha scritto su Facebook Confortola bloccato sul Dhaulagari. "Vi preghiamo di non contattarci perché la batteria del satellitare potrebbe essere di importanza vitale", è stato il messaggio di Zaffaroni.

Dal Dhaulagiri Confortola ha postato su Facebook un messaggio intorno alle 16: "Non sappiamo cosa ci aspetta nei villaggi sottostanti. Abbiamo sufficiente cibo per rimanere al CB e per non distogliere l'uso degli elicotteri impegnati in situazioni ben peggiori della nostra". Starebbero tutti bene e hanno già contattato le loro famiglie i componenti di un'altra comitiva italiana, guidata dallo scalatore vicentino Mario Vielmo, che ora si trova al campo base di Lothse. Un secondo gruppo, formato in gran parte da vicentini, al momento della scossa era invece già arrivato a Kathmandu. Ed è riuscito a mettersi in contatto con la moglie anche l'alpinista tirolese non vedente, Andy Holzer. Lui e la sua squadra hanno sentito tremare la terra ma stanno bene e non sono stati interessati direttamente dalla valanga. Come non c'è stato alcun danno alla Piramide del Cnr dove al momento non ci sono italiani, ma solo una leggera crepa nell'edificio vicino alla struttura dove alloggia il personale.