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Ungheria, referendum quote migranti: il quorum non è stato raggiunto

Ma il premier non cede, con il 98% dei voti contro i migranti: "LʼUe dovrà tener conto della consultazione, nonostante il quorum"

Non è stato raggiunto il quorum dell'affluenza del 50% alle urne al referendum in Ungheria sulla ripartizione dei migranti nei Paesi dell'Unione europea.

Lo ha annunciato il presidente dell'Ufficio elettorale nazionale del Paese Andreas Patyi: al voto si è recato il 43,42% degli aventi diritto. Con il 95% delle schede scrutinate, il 98% dei votanti si è espresso contro le quote Ue per la redistribuzione dei profughi.

Il mancato raggiungimento del quorum fa dunque fallire la consultazione, che risulta non valida. L'opposizione aveva invitato gli elettori a disertare le urne.

Il referendum promosso dal premier Orban - A volere il referendum era stato il premier nazionalista conservatore Viktor Orban. Fortemente contrario alle misure europee per gestire la crisi dei rifugiati, Orban ha più volte definito "ingenua" la linea scelta da Bruxelles, affermando che arrivi massicci di immigrati musulmani comportino "un pericolo per la cultura ungherese ed europea" e facciano aumentare la criminalità e il rischio di atti terroristici. Un anno fa Budapest, per contrastare l'ingresso dei profughi diretti verso il centro e nord Europa, aveva eretto barriere alle frontiere meridionali e introdotto severe leggi che puniscono l'ingresso illegale nel Paese con pene sino a cinque anni di carcere.

Pugno di ferro nonostante il fallimento del referendum - Il fatto che il quorum non sia stato raggiunto, però, pare non essere un deterrente sufficiente perché Orban si "arrenda" alle politiche europee. "Viviamo in un'epoca in cui milioni di persone migrano" ha detto il premier dopo lo spoglio. "L'Ungheria, per primo fra i paesi dell'Ue, ha consultato il proprio popolo al riguardo, e gli elettori ungheresi hanno rifiutato un sistema di ricollocamento obbligatorio dei migranti arrivati sul territorio dell'Ue - ha aggiunto -. Oltre 3 milioni di elettori hanno espresso un'opinione in questo senso. Bruxelles dovrà tenerne conto", ha detto ancora il premier annunciando una modifica costituzionale che proporrà lui stesso in Parlamento.

I timori di Bruxelles - Orban si sentirà dunque legittimato a rifiutare il vincolo dell'applicazione delle quote, nonostante per la Commissione europea l'esito della consultazione non possa cambiare gli impegni legali dell'Ungheria. Per il premier, però, questo voto non rappresenta soltanto uno strumento per rafforzare la propria posizione a Bruxelles, ma anche per schiacciare l'opposizione interna in vista delle elezioni del 2018. L'Ue, da parte sua, teme che il referendum rafforzi anche gli altri Paesi dell'Europa orientale, che più si oppongono alle quote. Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, nel pomeriggio aveva commentato da Lampedusa: "Quale che sia il risultato e l'affluenza alle urne, il referendum ungherese è un colpo all'Unione europea. Se l'Europa non si dimostra all'altezza di rispondere sui problemi dell'immigrazione, mette a rischio il proprio futuro".