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Ungheria al voto sulle quote Ue dei rifugiati

Domenica alle urne con il quorum in dubbio: il referendum ha il sapore di una consultazione pro o contro Bruxelles e le ong scendono in campo

Domenica oltre 8 milioni di ungheresi sono chiamati al voto per decidere se bocciare o meno il sistema di ricollocamento dei rifugiati deciso dall'Ue.

Un referendum che ha il sapore di una consultazione pro o contro Bruxelles. Il premier ungherese Viktor Orban punta al plebiscito, ma dagli ultimi sondaggi il quorum potrebbe non essere raggiunto. Le ong hanno lanciato una controcampagna per il boicottaggio dell'appuntamento elettorale.

I numeri Le urne saranno aperte dalle 6 (le 5 in Italia) alle 19 (le 18 in Italia). Degli 8,3 milioni di aventi diritto, 274.591 ungheresi che vivono all'estero si sono registrati per votare via mail. Il governo ha organizzato un totale di 10.331 seggi in tutto il Paese.

Il quesito referendario Il quesito posto agli elettori ungheresi recita: "Volete che l'Unione europea decreti il ricollocamento obbligatorio dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l'approvazione del Parlamento ungherese?". Una domanda che si accorda perfettamente con i toni tenuti dalle campagne del governo con riferimenti all'aumento delle violenze dopo l'arrivo dei migranti. Fino a questo momento l'Ungheria, che ha sigillato i confini nel 2015 nel picco della crisi migratoria, non ha avanzato alcuna alternativa al sistema di quote proposto da Bruxelles e il governo conservatore di Orban rifiuta qualsiasi obbligo di accoglienza dei rifugiati.

L'incognita quorum Il referendum sulle quote per la ricollocazione dei migranti, che si svolge in Ungheria domenica, sarà valido soltanto se l'affluenza supererà il 50% degli 8,3 milioni di aventi diritto al voto. Secondo l'ultimo sondaggio, condotto da Medián, l'affluenza potrebbe, però, essere più bassa. Degli intervistati soltanto il 42% ha dichiarato che si recherà alle urne. Di questa percentuale l'83% ha dichiarato di essere dalla parte del primo ministro conservatore Viktor Orban e di voler votare contro le quote. Soltanto il 13% intende votare "sì" alla domanda sulla scheda, con posizioni più filo-Ue, mentre il 3% pensa di annullare la scheda. Sul fronte del no la maggior parte degli elettori di Fidesz (86%), partito di Orban, e dell'estrema destra di Jobbik (88%). Per l'astensione soprattutto gli elettori di sinistra: soltanto il 20% intende recarsi ai seggi.

Previsioni per il futuro Il premier ha promesso di tradurre i risultati del referendum in un testo di legge senza dare dettagli. La Commissione europea dal canto suo ha sottolineato che l'esito della consultazione non avrà alcun impatto giuridico sugli impegni presi. "Gli Stati membri hanno la responsabilità legale di applicare le decisioni prese", ha ricordato il commissario alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos. Per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker "se venissero organizzati referendum su ogni decisione dei ministri e del Parlamento europeo, l'autorità della legge sarebbe messa in pericolo".