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Trump taglia i fondi federali agli Stati che difendono i clandestini

Lʼannuncio del segretario alla Giustizia: "Basta proteggere i criminali". Il procuratore dello Stato di New York: "Continueremo a combattere"

Gli Stati e le "città santuario" che continueranno a difendere gli immigrati clandestini violando le leggi sull'immigrazione potranno vedersi trattenere o cancellare alcuni fondi federali: lo ha annunciato l'attorney general Jeff Sessions.

Tra queste ci sono San Francisco, New York, ma anche lo Stato della California. "Le leggi sull'immigrazione mantengono i cittadini sicuri. Non possiamo proteggere i criminali", ha detto Sessions.

A rischio sono miliardi di miliardi di dollari che potrebbero compromettere il funzionamento di molte aree metropolitane, non solo nel settore dei servizi sociali. Il presidente americano fin dalla campagna elettorale aveva messo nel mirino Stati e comunità locali che riconoscono la residenza agli immigrati irregolari, evitando loro il rimpatrio forzato nel Paese d'origine. Con la residenza viene riconosciuto anche l'accesso ai servizi sanitari, sociali e all'istruzione per i minori.

"Tantissimi americani sarebbero ancora vivi se fosse stata posta fine alla politica delle città santuario", ha detto Sessions riferendosi alle vittime di alcuni episodi di criminalità. E citando città come Chicago e Atlanta tra gli esempi più negativi. "La mancata espulsione degli stranieri condannati per reati, mette le intere comunità a rischio, specialmente quelle di migranti proprio nelle giurisdizioni santuario che tentano di proteggere i perpetratori", ha sottolineato Sessions in un briefing alla Casa Bianca.

La replica: "Agiamo legalmente per difendere gli immigrati" - Immediata la replica dei governi locali. New York "non smetterà di battersi" contro le politiche dell'immigrazione di Donald Trump, ha detto il procuratore dello Stato, Eric Schneiderman. "Nonostante quanto detto da Sessions, i governi statali e locali hanno ampia autorità sulla base della Costituzione per non partecipare all'attuazione delle leggi federali sull'immigrazione", ha aggiunto, sottolineando che il presidente "non ha l'autorità costituzionale di tagliare i fondi agli stati e alle città, perché agiscono legalmente per proteggere le famiglie di immigrati".