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Isis, Italia pronta a bombardare in Iraq La Difesa: "Si tratta solo di un'ipotesi"

Secondo il "Corriere della Sera", che riporta la notizia, il nostro Paese non allargherà tuttavia i raid alla Siria

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L'Italia bombarderà lo Stato Islamico in Iraq.

E' quanto prevedono le nuove regole di ingaggio nella coalizione a guida Usa contro il terrorismo. Il nostro Paese tuttavia non allargherà la propria azione in Siria. "Si tratta solo di ipotesi", precisa il ministero della Difesa. Fino ad ora l'Italia si era limitata a fornire armi ai combattenti curdi e ad inviare Tornado utilizzati per la ricognizione e l'illuminazione degli obiettivi.


Secondo il "Corriere della Sera", che riporta la notizia, fondamentale nella decisione italiana è stata la distinzione tra Iraq e Siria, dove invece recentamente ha iniziato a bombardare lo Stato Islamico anche la Francia. Mentre infatti il governo iracheno ha chiesto di intervenire, anche con bombardamenti, alla comunità internazionale, la Siria ha rivolto il suo appello solo alla Russia.

La Difesa: "Decisioni dovranno passare dal Parlamento" -

Le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq "sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento". Lo afferma il ministero della Difesa "in merito a indiscrezioni di stampa".

Gentiloni: nessuna nuova decisione

- "La situazione in Iraq è aperta, c'è una discussione tra gli alleati sul modo migliore per partecipare all'operazione ma una cosa è certa l'Italia non ha preso nuove decisioni sull'utilizzo dei nostri aerei e se dovesse prenderle il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgerebbe come è ovvio e doveroso il parlamento.

Pinotti: su nuovi compiti Italia parola al Parlamento

- Il ministro della Difera Roberta Pinotti ha detto che "nella lotta all'Isis in Iraq c'è sempre stata: siamo ad Erbil, siamo a Baghdad, ci siamo con i nostri addestratori, con i carabinieri e con aerei da ricognizione che partecipano all'operato della coalizione. Eventuali diverse esigenze, sulla base del rapporto con gli alleati e con il governo iracheno - ha aggiunto il ministro - verranno valutate ma certamente passeranno al vaglio del Parlamento".