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Ostaggi a Sydney, sanguinoso blitz: 3 mortiAbbott:"Non terrorismo ma uno squilibrato"

Una delle vittime è il sequestratore, di origini iraniane, che aveva fatto irruzione nella cioccolateria. Il 50enne, già noto alle forze dellʼordine, aveva esposto una bandiera islamica e chiesto un vessillo dellʼIsis. Tre feriti gravi

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Dopo 16 ore di assedio, la polizia australiana ha fatto irruzione nel caffè di Sydney dove un uomo di origini iraniane ha sequestrato 17 persone. Durante il blitz molti ostaggi sono riusciti a fuggire, ma due persone, oltre al sequestratore, sono rimaste uccise e quattro ferite, tre in condizioni definite critiche. L'uomo, 50 anni, era già noto alle forze dell'ordine per aver minacciato le famiglie di soldati australiani.

Ostaggi a Sydney, sanguinoso blitz: 3 mortiAbbott:"Non terrorismo ma uno squilibrato"

Abbott: "Opera di uno squilibrato" - L'autore del sequestro di ostaggi a Sydney soffriva di problemi di "instabilità mentale". Lo ha affermato il premier australiano, Tony Abbott in un incontro con la stampa convocato dopo la fine del blitz che ha chiuso la vicenda. Il sequestratore, Man Haron Monis - di origine iraniana, ma residente in Australia come rifugiato politico da quasi 20 anni - "aveva un pesante passato di violenza, era impregnato di estremismo e soffriva di instabilità mentale", ha sottolineato Abbott. Secondo il premier australiano, non avrebbe avuto in ogni modo contatti diretti con gruppi organizzati, ma ha "cercato di coprire i suoi atti con i simboli dell'Isis".

Uccisi una cliente e il manager del locale - Si chiamavano Tori Johnson e Katrina Dawson i due ostaggi morti nel blitz delle forze speciali australiane. Lo riferiscono i media online australiani. Il primo era manager del locale teatro del dramma; la seconda era una cliente. Katrina Dawson, viene indicata come un avvocato trentottenne, madre fra l'altro di tre figli di 8, 5 e 3 anni.

Usato un robot anti-ordigni - Un robot anti-bomba manovrato dagli artificieri è entrato in azione nel caffè di Sydney dopo il blitz. Prima dell'intervento delle forze dell'ordine soltanto cinque persone erano riuscite a uscire dal locale, la Lindt di Martin Place, che sorge nel cuore della città australiana.

Iraniano il sequestratore - Autore del sequestro un 50enne di origini iraniane. L'uomo si chiamava Man Haron Monis ed era "già noto alle forze di sicurezza per aver scritto lettere minacciose alle famiglie dei soldati uccisi" in Afghanistan.

"Voglio una bandiera dell'Isis" - Mentre era nel locale, l'uomo aveva autorizzato alcuni degli ostaggi a parlare per telefono con emittenti del posto per comunicare le sue richieste: chiedeva una bandiera dello Stato islamico e desiderava parlare con il premier Tony Abbott.

Esposto un vessillo islamico - Alcune persone nel caffè erano inoltre state viste mentre tenevano contro una finestra una bandiera nera con un testo in lingua araba "Non c'è altro dio che Allah. Maometto è il messaggero di Allah". Secondo vari media, l'uomo faceva ruotare gli ostaggi davanti alle finestre e sembrava che si muovesse all'interno del locale tenendo un ostaggio davanti a sè come scudo.

Cinque ostaggi liberi - Poco prima delle 16 ora locale, tre uomini erano stati visti uscire di corsa da una porta anteriore, uno con le mani in alto. Circa un'ora dopo erano uscite da una porta laterale due donne, dipendenti del locale, una con indosso il grembiule Lindt, che si era gettata tra le braccia di uno dei molti poliziotti impegnati nell'assedio.

Il momento del blitz nel caffè

"Piazzate quattro bombe" - Secondo quanto dichiarato da alcuni ostaggi a Channel 10, l'uomo armato avrebbe anche piazzato due bombe nel locale e altrettante fuori.

Assedio a oltranza intorno all'edificio - Centinaia di poliziotti, molti dei quali armati di tutto punto e con indosso giubbotti antiproiettile, hanno circondato l'area per ore. Diversi edifici circostanti erano stati evacuati, fra cui la Reserve Bank, il consolato Usa e l'Opera House, dove si è parlato di un "incidente".

Usa in allerta - E in seguito alla vicenda di Sydney è scattata la massima allerta anche negli Stati Uniti in seguito alla vicenda di Sidney. il presidente Barack Obama è stato aggiornato dai suoi consiglieri per la sicurezza sul caso. Mentre il pericolo di "lupi solitari" difficili da individuare e che entrino improvvisamente in azione resta in cima alle preoccupazioni dell'Fbi e dell'antiterrorismo Usa.

La condanna della comunità musulmana d'Australia - Il Gran Mufti d'Australia, professor Ibrahim Abu Mohamed, ha dichiarato che la comunità musulmana è "devastata" dalla presa degli ostaggi. "Il Gran Mufti e il Consiglio australiano degli Imam condannano inequivocabilmente quest'atto criminale e ribadiscono che tali azioni sono condannate totalmente dall'Islam".

Il lungo incubo degli ostaggi

Le 16 ore di terrore