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Sud Sudan, le madri disperate: "I soldati prendano noi, ma non i nostri figli"

Il presidente Unicef Guerrera a Tgcom24: "Proteggiamo i piccoli, ma abbiamo bisogno delle Nazioni Unite"

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Cifre spaventose arrivano dal Sud Sudan sui bambini: 680 uccisi solo negli ultimi 16 mesi di guerra civile, 235mila sono malnutriti, senza casa e non vanno a scuola. Le madri offrono la propria vita per strappare i figli dalle mani dei miliziani, come Nyalata che racconta: "Ho detto: non vi darò i gemellini, dovete prima uccidere me". Il presidente Giacomo Guerrera a Tgcom24: "Creiamo spazi protetti per salvarli".

Sud Sudan, le madri disperate: "I soldati prendano noi, ma non i nostri figli"

Le voci delle madri - Agghiaccianti le testimonianze raccolte in Sud Sudan dai cooperanti dell'Unicef. A parlare sono le donne, tutte giovanissime, testimoni di orrori indicibili, come Mary, 22 anni: "Ho visto bambini uccisi e presi prigionieri; hanno preso i ragazzi e violentato le ragazze". Parla Nyalata, appena 17 anni e due gemelli a cui fare da scudo col suo stesso corpo: "Quando mi hanno visto con i miei bimbi di 8 mesi in braccio e hanno tentato di portarmeli via, ho urlato: dovete uccidere prima me. Poi siamo scappati - continua - e lungo la strada era pieno di corpi". Ma non finisce qui: "Li ho con me, ma i miei piccoli adesso anno fame - dice Nyalata - nel villaggio avevamo almeno il latte delle mucche, ma le hanno rubate, qui non abbiamo più nulla".

L'appello del Presidente Unicef - Giacomo Guerrera, a capo di Unicef Italia lancia l'allarme: "La situazione è drammaticamente ingarbugliata, è difficile avere interlocutori. Bisogna far capire a tutti che i bambini non sono oggetti". Difficile anche per gli operatori umanitari trovare modalità concrete con cui allontanare i minori dai teatri di maggiore tensione: solo nell'ultimo attacco ne sono stati uccisi almeno tredici e poche bambine si sono salvate dallo stupro. "Le maggiori violenze si verificano alle periferie delle città, ma abbiamo bisogno di una missione militare di pace da parte delle Nazioni unite: ci consentirebbe di intervenire in modo più efficace". L'obiettivo di chi opera sul posto è creare degli spazi di protezione per l'infanzia in cui isolare i minori dalle violenze.

Le parti in causa - Guerrera spiega che il conflitto è tutto interno al Sud Sudan e che è difficle tracciare i confini dei fronti: ci sono i filogovernativi e l'Esercito popolare per la liberazione del Sud Sudan che si affrontano in modo diretto, ma intorno una serie di altre formazioni come i Cobra, i Corpi armati del Sud Sudan e altre fazioni: una situazione impenetrabile. Arduo anche trovare i responsabili delle atrocità sui minori: tutte le parti li usano mettendoli in prima linea e mandandoli a morire.

Foto: Unicef