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Somaliland, stupratore assolto: la vittima 11enne si dà fuoco

Dopo lʼagghiacciante violenza la bimba ha subito una nuova ingiustizia e non ha retto. Alla famiglia 400 dollari di risarcimento

somaliland
-afp

Una bambina di 11 anni si è suicidata dandosi fuoco dopo che il suo stupratore è stato assolto: è successo in Somaliland, nell'Africa orientale. L'agghiacciante vicenda è stata raccontata da ActionAid ed è avvenuta a metà gennaio. La piccola, originaria della regione di Sanag, prima di suicidarsi ha combattuto per mesi contro le pesanti conseguenze fisiche e psicologiche dello stupro subito a settembre da un uomo di 28 anni.

La bimba, che per rispetto chiameremo col nome di fantasia Hoodo, aveva raccontato che stava raccogliendo la legna quando un uomo arrivato alle sue spalle l'ha colpita. "Sono caduta per terra e lui mi ha coperto la testa con un cappotto, così le mie urla non si sarebbero sentite". Come la maggior parte delle bambine in Somaliland, Hoodo era stata sottoposta a mutilazione genitale femminile. Per questo la violenza è stata ancora più atroce. L'uomo l'ha poi minacciata di tagliarle la testa se avesse raccontato quello che le era successo.

La madre portò immediatamente la piccola all'ospedale che però si rifiutò di curarla senza una denuncia alla polizia. In Somaliland, infatti, c'è una forte tendenza a mettere sotto accusa le vittime di stupro. Quando finalmente la bambina fu esaminata, fu deciso il ricovero nella clinica di Borama, grazie al supporto di ActionAid.

La madre di Hoodo era riuscita a portare in tribunale il caso di sua figlia. Il colpevole fu arrestato e condannato a 8 anni. Ma la Camera degli Anziani della comunità rilasciò lo stupratore e il padre di Hoodo accettò un risarcimento di 400 dollari in cambio. A metà gennaio, la bimba si è tolta la vita e la polizia a fine mese ha archiviato la sua morte come incidente.

"Ogni criminale che resta impunito testimonia l'indifferenza delle autorità, degli anziani, dei padri e del leader religiosi rispetto al dolore delle vittime. Hoodo e le altre donne chiedono giustizia", ha dichiarato Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.