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Strage Parigi, indagini proseguono Salah agli amici: "Non traditemi"

Rilasciati tutti e 5 i fermati nelle perquisizioni condotte a Bruxelles e Laeken nellʼambito dellʼinchiesta degli attentati di Parigi

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Sono state tutte rilasciate le cinque persone fermate dalla polizia a Bruxelles nell'ambito delle indagini su un nuovo "sospetto importante" che avrebbe coordinato gli attentati di Parigi dal Belgio. Intanto dai verbali degli interrogatori dei due amici che hanno riportato da Parigi a Bruxelles l'attentatore Salah Abdeslam, emerge come l'attentatore, quella sera, fosse sconvolto e implorasse in lacrime di non tradirlo.

La perquisizione era stata compiuta domenica nella zona dei locali trendy fiamminghi vicino al canale di Bruxelles, in rue de la Clè di fronte a Molenbeek. Secondo alcuni media locali, la notte degli attacchi ci sono stati diversi contatti telefonici dalla capitale francese a quella belga, in particolare tramite messaggi inviati a due cellulari sul territorio belga. Le autorità stanno cercando il proprietario che avrebbe avuto un ruolo di coordinatore, ma questo non sarebbe tra i fermati.

Salah agli amici: "Non traditemi" - Secondo quanto raccontato durante gli interrogatori da Hamza Attou, uno dei due amici che Salah ha chiamato la notte degli attentati per farsi recuperare a Parigi, Abdeslam "era come un bambino di 12 anni che piangeva" al telefono al punto da far "pietà". "Non mi tradire", avrebbe poi ripetuto ossessivamente in preda "al panico" sulla strada del ritorno in auto verso Bruxelles. "Piangeva e gridava raccontando quello che era successo - ha raccontato Hattou - ci ha detto che aveva commesso gli attentati di Parigi, che era la decima persona a compiere questi attentati".