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Attacco a Londra, è bufera sul capo di Scotland Yard che è scappato

Fa discutere la "fuga" di Craig Mackey, scortato lontano dal palazzo di Westminster, durante i drammatici minuti di mercoledì

Era in prima fila alla commemorazione delle vittime di Westminster a Trafalgar Square insieme al sindaco di Londra Sadiq Khan e alla segretaria di Stato per gli Affari interni Amber Rudd, alla sua prima uscita pubblica dopo la fuga che lo ha fatto finire nella bufera.

Il capo ad interim di Scotland Yard Craig Mackey era all'interno del Parlamento nei momenti in cui Khalid Masood sferrava l'attacco al cuore della città ed è stato fra i primi a lasciare sotto scorta il palazzo, insieme alla premier Theresa May.

La fuga di Craig Mackey, comandante ad interim di Scotland Yard, ha scatenato la stampa britannica e, in particolare, i detrattori dell'ufficiale, secondo i quali il commissario di polizia avrebbe dovuto unirsi agli sforzi per salvare i passanti e supervisionare la risposta iniziale delle forze di sicurezza. E invece, riporta il Daily Mail, Scotland Yard ha spiegato in un comunicato che Mackey è stato portato via dopo i colloqui con gli ufficiali a terra e che è stata presa una "decisione dinamica" per consentirgli di lasciare l'area. Non è chiaro, aggiunge il quotidiano, se Mackey sia stato consigliato dal suo responsabile della sicurezza.

"Sarebbe inopportuno discutere ulteriori dettagli con l'indagine in corso", si è limitata a commentare Scotland Yard. Secondo una prima ricostruzione, Mackey è stato trattato come un "testimone significativo" e anche per questo non ha potuto rilasciare dichiarazioni nelle ore successive all'attentato.

Ma lo stesso Mackey ha smentito parzialmente questa tesi: "Io personalmente sono stato testimone di parte degli eventi, tra cui il tragico attacco all'agente Palmer", il poliziotto rimasto ucciso. "Come per tutti gli agenti di polizia, ho quindi avuto il dovere di proteggere il mio ruolo di testimone... prima di riprendere quello di guida della nostra risposta", ha provato a giustificarsi.

Eppure il primo a sferrare l'affondo è proprio l'ex sovrintendente capo di Scotland Yard, Phil Fiore, raccontando al quotidiano una versione diversa: "Se lui è lì, deve occuparsene. Direi che è dovere di ogni agente di polizia rispondere a un tale incidente. Altri alti ufficiali con cui ho lavorato sarebbero intervenuti".

Un ex comandante della polizia metropolitana, che ha voluto rimanere anonimo, ha aggiunto: "Quando degli alti ufficiali si trovano coinvolti in una situazione come questa devono ricordarsi, prima di tutto, che sono agenti di polizia, poi che sono dei comandanti".