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1962, scoppia la crisi dei missili di Cuba

Una tensione durata 13 giorni che arrivò quasi a far scatenare la guerra nucleare

Duro, durissimo confronto tra gli Stati Uniti e l'Urss con un tentativo di invasione da parte degli americani di Cuba. Stiamo parlando della crisi sui missili nucleari sovietici inviati a l'Havana nell'aprile del 1961. Ma fu il 15 ottbre dell'anno successivo che il presidente John Fitzgerald Kennedy ordinò una rappresaglia che durò 13 giorni.



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Il 14 ottobre 1962 un aereo americano U2, in volo da ricognizione sopra il territorio cubano, scoprì le piattaforme di lancio: questo periodo è considerato uno dei momenti più critici della Guerra Fredda



Dopo giorni di tensione, Chruščëv, vista la fermezza di Washington e di Kennedy, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell'isola e del ritiro dei missili Jupiter installati nelle basi di Turchia e Italia



Kennedy parlò al popolo statunitense (e al governo sovietico), in un discorso televisivo del 22 ottobre. La gente iniziò a preoccuparsi parlando di un'apocalisse nucleare, ed esercitazioni per una tale emergenza si tennero quasi quotidianamente in molte città



La crisi raggiunse l'apice il 27 ottobre, quando un Lockheed U-2 statunitense - per iniziativa di un ufficiale locale - venne abbattuto su Cuba e un altro che volava sulla Russia venne quasi intercettato



Fu Kennedy (spinto anche dalla pressione di Papa Giovanni XXIII) che accettando la proposta russa, la rimozione dei missili americani dall'Europa, "disinnescò" la guerra