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1942: la battaglia di El Alamein e il massacro degli italiani

Lʼarmata italo-tedesca guidata dal feldmaresciallo Rommel fu sconfitta dalle truppe britanniche del generale Montgomery

el alamein
dal-web

"Mancò la fortuna, non il valore". Queste parole accolgono i visitatori a poco distanza dal sacrario di El Alamein, in arabo "le due bandiere", nome che passò alla Storia per indicare una delle più violenti battaglie della Seconda guerra mondiale. La sconfitta delle forze italo-tedesche guidate dalla "volpe del deserto", Erwin Rommel, contro gli inglesi del generale Montgomery segnò i destini del fronte nordafricano.


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A 72 anni dalla battaglia, combattuta tra il 23 ottobre e il 3 novembre 1942, si ricorda ancora il coraggio dei soldati italiani



Accerchiati, con scarse munizioni e armamenti, i militari, tra cui quelli della "Folgore" (di 5.000 parà, ne sopravvissero soltanto 304) diedero prova di straordinario valore.



Sottoposti per giorni e notti a durissimi bombardamenti, il nostro esercito respinse più volte gli attacchi di un nemico superiore per numero e per armi



Rommel chiese a Hitler il permesso di arrendersi per evitare un inutile massacro ma sia Berlino che Roma spedirono l'ordine di resistere, il che significava una morte sicura



Alla fine i nostri militari dovettero cedere e iniziarono il ripiegamento. Stremati dal caldo e dalla sete, furono accerchiati.



Al sacrario costruito in onore dei caduti, solo l'Italia ebbe quasi 17mila morti, una targa ricorda le parole di elogio di Rommel, dopo la sua iniziale diffidenza: "Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco".