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Traghetto, parla Teodora, sopravvissuta: "Così ho visto morire mio marito"

Dal letto dellʼospedale racconta: "Ci hanno obbligati ad andare in mare, siamo stati in acqua per quattro ore"

norman atlantic vittima brindisi
-afp

"Io e mio marito siamo stati più di 4 ore in acqua: ho tentato di salvarlo ma non ci sono riuscita, lui mi diceva 'moriamo, stiamo morendo'": così il racconto di Teodora Douli, di 56 anni, greca, moglie di Georghios Doulis il 67enne morto durante le fasi successive all'incendio divampato a bordo del traghetto, al largo delle coste albanesi. I due si sono gettati in mare per raggiungere la scialuppa. L'uomo potrebbe essere deceduto per ipotermia.

Traghetto, parla Teodora, sopravvissuta: "Così ho visto morire mio marito"

Si è scoperto nel frattempo che non è del marito la salma della prima vittima recuperata domenica e trasportata a Brindisi. Si pensava che il corpo fosse proprio quello di Georgios, marito della donna ricoverata a Galatina. Quello che si riteneva fosse il figlio della vittima, l'unica finora giunta in Italia, è stato infatti accompagnato all'obitorio dell'ospedale Perrino dove non ha riconosciuto la salma. Il ragazzo, Labros Doulis, ha riferito che il padre si chiama Georgios e ha 67 anni.

"C'era un altro morto" - "Ho visto un'altra persona morta, il cadavere era accanto a mio marito, aveva addosso una ciambella di salvataggio ma si vedeva che era privo di vita", ha aggiunto Teodora Douli. La donna è ricoverata nel reparto di ortopedia dell'ospedale "Santa Caterina Novella" di Galatina: ha riportato una forte contusione al costato e agli arti inferiori e superiori oltre a varie escoriazioni.

"L'ho visto morire" - "Ho visto morire mio marito. Eravamo sullo scivolo della nave, - racconta - lui davanti, io dietro. A un certo punto lui è rimasto impigliato ad un telo di plastica e io non riuscivo a scendere, ci davano fretta e ci dicevano di scendere, ed eravamo bagnati perché raggiunti dai getti d'acqua utilizzati per spegnere le fiamme. Alla fine siamo scesi, sia io che mio marito, in acqua. C'era una nave ma era troppo lontana per poterci soccorrere. Siamo rimasti cosiì più di quattro ore, nuotavo, per fortuna non avevo gli stivali. A mio marito usciva sangue dal naso, forse perché aveva battuto la testa alla nave".

"A un certo punto - continua il racconto della donna - è arrivato un soccorritore, ha tentato di tagliare il telo in plastica in cui era rimasto intrappolato mio marito e quando al secondo tentativo ci è riuscito, mio marito è morto tra le sue braccia".