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Sony, gli Usa chiesero aiuto alla Cina Hacker deridono anche lʼFbi

La richiesta dopo il film della Sony annullato per minacce di attenti. Gli Usa volevano lʼaiuto cnese per bloccare la capacità della Corea del Nord di lanciare cyber-attacchi. Ma Pechino non avrebbe risposto. Intanto nuovo messaggio degli hacker che prendono in giro lʼFbi

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-afp

L'amministrazione Obama ha cercato l'aiuto della Cina nei giorni scorsi per bloccare la capacità della Corea del Nord di lanciare cyber attacchi. Lo riferisce il New York Times. E' un passo verso la "risposta proporzionata" che Obama ha annunciato dopo l'attacco alla Sony, riferiscono funzionari Usa. Ma il governo di Pechino, secondo i media, non avrebbe risposto.

Hacker deridono l'Fbi in un nuovo messaggio - Nuovo messaggio degli hacker accusati di aver attaccato la Sony. Questa volta, il gruppo che si fa chiamare "Guardiani della pace" ha preso di mira l'Fbi. "Il risultato delle indagini è così eccellente che potreste aver visto cosa stavamo facendo con i vostri occhi. Ci congratuliamo. L'Fbi è la migliore al mondo. Troverete il regalo per il Bureau al seguente indirizzo. Divertitevi!". Il link che segue è un video su YouTube dal titolo: "You Are An Idiot". L'Fbi non ha voluto commentare.

Usa: Corea Nord ammetta sue responsabilità - "Il governo della Corea del Nord ha una lunga storia nel negare le sue responsabilità in azioni distruttive e provocatorie. Se il governo di Pyongyang vuole aiutare, può ammettere la propria colpevolezza e risarcire Sony per i danni causati da questo attacco". Così un portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale Usa, controreplicando alle smentite opposte dalla Corea alle accuse americane riguardanti gli attacchi di hacker che hanno costretto la Sony a ritirare il film "The Interview" dalle sale.

Tra le opzioni ora sul tavolo degli Usa anche sanzioni economiche e bancarie ma, secondo funzionari della Casa Bianca, è esclusa al momento quella di inserire la Corea del Nord nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo. Alle dichiarazioni dure di Obama, ha risposto intanto l'amministratore delegato della Sony: "Non ci siamo arresi" dopo le minacce degli hacker e "ci auguriamo di poter far uscire The Interview nelle sale", ha detto l'a.d. Michael Lynton. "Vogliamo ancora che il pubblico americano veda il film. Assolutamente. E dopo la cancellazione della data d'uscita abbiamo subito iniziato a cercare modi alternativi per distribuire il film attraverso altri canali (sul web o in dvd)", ha aggiunto. Uno di questi potrebbe essere Netflix o YouTube.

Mentre si studiano le alternative, la Sony fa i conti con i danni economici: la cancellazione completa del film potrebbe costare fino a mezzo miliardo di dollari.