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Sisma in Indonesia, bilancio sempre più grave: 200mila senza aiuti, oltre 1.300 morti

Nuove scosse sullʼisola. E lʼUnicef lancia lʼallarme bambini: migliaia hanno bisogno di aiuto

Sisma in Indonesia, bilancio sempre più grave: 200mila senza aiuti, oltre 1.300 morti - foto 1
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Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del sisma con successivo tsunami che ha devastato le isola di Sulawesi in Indonesia.

Il numero di morti accertati è di 1.347. La Croce Rossa certifica che oltre 200mila persone necessitano ancora di aiuti. Nella notte decine di giovani cadaveri, 34 accertati, sono stati scoperti sotto le rovine di una Chiesa. Intanto la terra trema ancora: un sisma di magnitudo 5.9 ha colpito l'isola di Sumba.

Unicef: migliaia di bimbi bisognosi di aiuto - E l'Unicef ricorda che le condizioni di decine di migliaia di bambini rimangono estremamente precarie. I bambini a Palu, Donggala e altre aree colpite di Sulawesi hanno bisogno di aiuti urgenti per riprendersi. Molti hanno perso i propri cari, le case, quartieri e tutto ciò che era loro familiare. "Con ogni nuovo rapporto sul devastante terremoto e sullo tsunami, le nostre preoccupazioni per la sicurezza dei bambini a Palu, Donggala e altre aree colpite dal disastro, crescono. L'Unicef Indonesia, in collaborazione con il Governo, sta facendo tutto il possibile per rispondere a questa emergenza, che ha colpito il paese a solo un mese di distanza da un altro potente terremoto che ha causato migliaia di morti a Lombok", ha dichiarato Amanda Bissex, rappresentante - facente funzione - Unicef in Indonesia.

Pochi edifici rimasti in piedi per proteggersi da eventuali scosse di assestamento, e soprattutto cibo e acqua che scarseggiano. Tanto che gli abitanti hanno fatto da soli entrando nei supermercati ancora intatti per fare scorte. Nel frattempo, l'aeroporto è stato preso d'assalto da migliaia di persone per prendere uno dei pochi voli disponibili verso zone più sicure. Le onde dello tsunami si sono abbattute anche sulle tre carceri dell'area, provocando il panico tra i detenuti, che sono riusciti a fuggire in 1.200, ha reso noto il governo, che dovrà fare i conti anche con questa emergenza nell'emergenza. A cui si aggiungono gli episodi di sciacallaggio.

Non mancano storie a lieto fine, come il ritrovamento di una ragazzina di 15 anni dopo tre giorni sotto le macerie della sua casa. Sommersa dall'acqua fino al collo, accanto alla madre che non ce l'ha fatta. Ma le cifre del disastro sono impressionati: 2,4 milioni di persone coinvolte, tra cui 600mila bambini, che secondo Save The Children rischiano di non avere riparo e cibo a sufficienza, mentre in molti hanno già perso le loro famiglie.

Le ong sul terreno fanno quello che possono, insieme alle autorità locali, per raggiungere tutte le zone colpite, ma molte risultano ancora inaccessibili. Oxfam ha lanciato un appello per soccorrere circa 500mila persone, mentre le sue squadre stanno portando beni di prima necessità e a acqua pulita.

Le polemiche: tragedia che poteva essere evitata? - Nel Paese, intanto, ci si comincia a chiedere se questa tragedia poteva essere evitata. Nel mirino è finita soprattutto l'agenzia meteorologica nazionale, la Bmkg, che avrebbe annullato l'allerta troppo presto, poco più di 30 minuti dopo la prima scossa, ma a tsunami in corso. L'agenzia ha assicurato che l'allarme è cessato pochi minuti dopo la terza e ultima ondata. Il problema è che il terremoto ha abbattuto le linee elettriche e di comunicazione. Quindi è molto probabile che gli allarmi non siano mai arrivati agli abitanti della costa.