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Siria, l'esercito di Assad riconquista tutta Aleppo Est

Tra i morti undici donne e tredici bambini sarebbero stati coinvolti in un raid delle forze filo-governative siriane

La battaglia è finita: l'esercito di Damasco controlla l'intera città di Aleppo e ha messo fine alle sue operazioni militari contro i ribelli nella parte orientale.

Lo ha annunciato l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, poco dopo che è stata diffusa la notizia di un accordo per l'evacuazione della parte di Aleppo in precedenza in mano ai ribelli.

Secondo Mosca, "tutti i militanti, così come i loro familiari e i feriti, attualmente si stanno spostando nei corridoi concordati nelle direzioni che hanno scelto volontariamente, inclusa Idlib". I civili potranno restare perché ormai saranno al sicuro. Una fonte militare siriana ha confermato alla Reuters che un accordo per il cessate il fuoco è stato raggiunto, parlando di un'evacuazione dei combattenti ribelli dalle 4 italiane di mercoledì.

La vittoria dell'esercito siriano, però, porta con sé la notizia della morte di 82 civili. Rupert Colville, portavoce delle Nazioni Unite, ha spiegato che secondo i rapporti ricevuti le morti sono avvenute mentre le forze filo-governative setacciavano le zone roccaforte dei ribelli. Tra le vittime ci sarebbero anche undici donne e tredici bambini colpiti in quattro diversi quarteri sempre nelle zone ancora sotto il giogo dei militanti.

La Commissione Internazionale della Croce Rossa ha lanciato l'ennesimo appello: "Centinaia di persone che non hanno mai preso parte alla guerra non hanno nessun posto dove scappare".

Farnesina: garantire immediato accesso umanitario - "L'Italia chiede che venga immediatamente garantito pieno accesso alle agenzie umanitarie dell'Onu ed all'Icrc in tutta Aleppo est, affinché si possa assicurare assistenza e protezione alla popolazione". Lo sostiene una nota del ministero degli Esteri che esprime "la massima preoccupazione per la situazione ad Aleppo est e riafferma l'imperativo di proteggere la popolazione civile e rispettare il diritto umanitario internazionale". "Nel ricordare - prosegue - che anche il Santo Padre ha sottolineato che Aleppo è innanzitutto una città in cui vivono migliaia di civili innocenti, richiama le responsabilità del regime siriano e dei suoi sostenitori nel porre fine alle violenze e rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale e dalle Convenzioni di Ginevra, ivi incluso il divieto di ricorrere ad esecuzioni sommarie e arresti arbitrari. Tale esigenza come pure l'urgenza di porre rimedio alla situazione umanitaria, sono state ribadite anche dall'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa".