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Siria, Aleppo bombardata: 50 morti, 2 milioni di persone senza acqua

"La situazione è catastrofica, gli aerei hanno bombardato la città in modo incessante da venerdì, non cʼè nessun posto sicuro", spiegano fonti locali. De Mistura: "275mila persone sotto assedio"

Ancora bombe e morti ad Aleppo est.

L'Unicef lancia l'allarme: circa due milioni di persone sono senza acqua corrente nella città siriana, sia a causa dei danni provocati dai raid, sia per tagli deliberati dell'erogazione. Almeno 50 i morti nei bombardamenti nelle ultime ore secondo un gruppo di volontari che si occupa dei soccorsi nelle zone fuori dal controllo del governo. Per l'inviato Onu Staffan De Mistura "275mila persone sono sotto assedio".

Secondo De Mistura, inoltre, le vittime nell'ultima settimana dei raid sulla città sono 139, mentre altre 74 sono morte nella parte rurale vicino ad Aleppo: il bilancio complessivo è di 213 vittime.

"La situazione è catastrofica, gli aerei hanno bombardato la città in modo incessante da venerdì, non c'è nessun posto sicuro", ha detto il portavoce della Difesa civile di Aleppo, Khaled Khatib, spiegando che oltre ai morti ci sono decine di feriti tra cui "cinque caschi bianchi". È infatti come caschi bianchi che sono noti i membri della Difesa civile. E da Aleppo, l'attivista Abdallah al Asani ha detto che "la situazione è molto brutta, tanto che la gente ha battezzato la giornata di oggi come il giorno del giudizio finale".

I bombardamenti hanno colpito i quartieri di Bustan al Qasr, Al Kalasa, Al Marya, Bab al Nairab, Tariq al Bab e Ard al Hamra, tutti nella zona est di Aleppo. Secondo Al Asani il quartiere più colpito è stato quello di Bustan al Qasr, dove sono morte almeno 13 persone e decine sono rimaste ferite. "Non ci sono posti in cui proteggersi ad Aleppo", ha affermato. Anche le forze russe stanno attaccando Aleppo, e lo stanno facendo con un tipo di razzi che fanno tremare la terra quanto raggiungono il suolo.

Ad Aleppo anche combattimenti tra fazioni ribelli e islamiste ed esercito siriano. In particolare l'esercito ha preso il controllo del campo di rifugiati palestinesi di Handarat, a nord di Aleppo; e in serata i ribelli hanno lanciato una controffensiva per riprendere la zona. Per l'esercito si tratta di un progresso strategico dal momento che in questo modo le autorità consolidano le proprie postazioni a nord di Aleppo e si assicurano la cosiddetta strada del Castello, il cui controllo hanno sottratto ai ribelli a luglio scorso, rendendo così di fatto concreto l'accerchiamento di Aleppo est.

L'attuale impennata di violenza ad Aleppo giunge dopo che le forze armate siriane avevano dato per conclusa lunedì la tregua di una settimana in tutto il Paese. Quell'accordo di cessate il fuoco, raggiunto con la mediazione di Russia e Stati Uniti, era riuscito a ridurre i livelli di violenza nelle prime giornate, ma le violazioni erano andate aumentando con il passare dei giorni, fino ad arrivare ai due episodi più eclatanti: il raid della coalizione anti-Isis guidata dagli Usa che aveva colpito erroneamente dei soldati siriani, uccidendone circa 90, e quello che aveva colpito il convoglio di aiuti umanitari diretto ad Aleppo.

A New York venerdì incontro fra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov per discutere di una nuova tregua in Siria si è concluso senza accordo, seppur con lievi progressi. Lavrov, in un'intervista trasmessa dalla tv russa Rossyia-1, ha avvertito che non ci saranno cessate il fuoco unilaterali. Dal canto suo il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Moallem, parlando all'Assemblea generale dell'Onu, si è detto favorevole a sostenere una soluzione politica al conflitto.