FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Referendum Ticino, Svizzera: nessuna conseguenza ora per l'Italia

Domenica il ministro Gentiloni aveva ricordato: "Senza libera circolazione rapporti a rischio tra Berna e Bruxelles"

Il ministro degli Affari esteri svizzero, Didier Burkhalter, ha rassicurato Paolo Gentiloni, titolare della Farnesina, che il referendum nel Canton Ticino sui limiti ai lavoratori frontalieri non avrà "conseguenze immediate per gli italiani".

La normativa è attualmente all'esame del Parlamento nazionale. Gentiloni ha ricordato che ogni discriminazione nei confronti dei nostri frontalieri sarebbe "un impedimento all'intesa tra Ue e Svizzera".

L'Italia, d'altro canto, è impegnata a favorire tale intesa che deve essere basata sui comuni interessi economici e sul comune riconoscimento del principio della libera circolazione delle persone.

Monito da Bruxelles alla Svizzera - Il voto di domenica nel Canton Ticino, che penalizza i lavoratori frontalieri "non renderà più semplici le già difficili discussioni" con l'Ue su come attuare un altro referendum analogo precedente, rispettando gli obblighi verso l'Unione. Lo ha affermato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, commentando il referendum.

"Ci sembra di capire che l'esito del referendum richieda ancora l'approvazione da parte del governo federale", ha detto Schinas, rispondendo alle domande dei cronisti. Il referendum chiedeva una modifica della Costituzione del Canton Ticino per dare la preferenza alla manodopera locale rispetto ai lavoratori stranieri, e in particolare ai transfrontalieri italiani. La modifica è stata approvata dagli elettori, ma ora comincia un difficile negoziato fra le autorità ticinesi e il Consiglio federale, che ha la competenza sulla legislazione del lavoro in tutta la Confederazione.

Inoltre, è sempre in corso il negoziato con l'Ue, dopo il referendum che decise, quasi tre anni fa, il ristabilimento di quote annuali per l'accesso in Svizzera dei lavoratori immigrati. A pochi mesi dalla data prevista (febbraio) per dare attuazione a quel voto popolare, le posizioni restano ancora lontane fra Berna e Bruxelles. In questo caso, ha riferito il portavoce della Commissione europea, "stiamo conducendo discussioni intense (con la controparte svizzera, ndr) per cercare una strada che rispetti l'obbligo della libera circolazione delle persone", previsto da una serie di accordi bilaterali fra Berna e l'Ue.

"Il voto di ieri non rende le cose più facili", ma il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha già incontrato questo mese il presidente federale svizzero, e "si incontreranno ancora a ottobre, per cercare soluzioni che siano accettabili per entrambe le parti", ha concluso Schinas.