FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Putin: "Ankara ha colpito il nostro jet per il traffico di petrolio dell'Isis"

Nuove accuse da parte del Cremlino in merito al Su-24 abbattuto. Agenzia Tass: "Erdogan pronto a dimettersi se parole di Putin vere"

Francois Hollande, vladimir putin, mosca, cremlino, isis
ansa

La Russia ha motivo di "sospettare che il Su-24 sia stato abbattuto per assicurare forniture illegali di petrolio dall'Isis alla Turchia".

Lo ha detto il leader del Cremlino

Valdimir Putin

parlando del jet russo abbattuto. Lo riporta l'agenzia Tass, secondo cui "

Erdogan

sarebbe pronto a dimettersi se parole di Putin fossero vere".

Putin: "Da intelligence dossier su traffici Isis-Turchia"

- Putin sostiene inoltre di aver ricevuto "recentemente" nuovi rapporti d'intelligence che mostrerebbero un traffico di petrolio dai territori controllati dall'Isis alla Turchia "su scala industriale". Insomma, altro che incontro distensivo per parlare "dell'incidente" e provare "a ricucire le relazioni fra i due Stati", come aveva proposto il presidente turco nei giorni scorsi.

Erdogan: "Se provato, pronto a dimettermi"

- Le parole del presidente russo hanno suscitato l'immediata reazione della controparte: Erdogan, riporta l'agenzia russa Tass, ha detto di essere pronto a dimettersi se le dichiarazioni di Putin fossero confermate. "E' immorale - ha tuonato con la stampa internazionale a Parigi - accusare la Turchia di comprare il petrolio dall'Isis. Se ci sono i documenti, devono mostrarli, vediamoli. Se questo viene dimostrato, io non manterrò il mio incarico. E dico a Putin: lui manterrà il suo?".

Le sanzioni di Mosca contro Ankara

- In ogni caso il botta e risposta coincide con il varo da parte del governo russo delle prime sanzioni economiche contro Ankara: bando su frutta e verdura, stop ai voli charter e ai pacchetti turistici, oltre al ripristino dei visti e al divieto di assumere manodopera turca dal primo gennaio. E' solo "il primo passo", avvisa Mosca, perché "la lista può essere estesa se necessario".

Per adesso però il Cremlino evita di colpire i prodotti manifatturieri. E nulla trapela sui grandi progetti a rischio, come la prima centrale nucleare turca e il gasdotto Turkish Stream, che avrebbero ripercussioni anche sull'economia e sugli interessi geopolitici russi. Una bastonata mirata, dunque, senza danneggiare troppo la già stagnante economia russa.

Le possibili contro mosse turche

- Ora bisognerà vedere l'eventuale reazione turca. La stampa russa ipotizza contromisure che spaziano dal boicottaggio del Turkish Stream, che costringerebbe Mosca a rivedere la propria strategia energetica verso l'Europa, alla chiusura del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli alle navi da guerra russe dirette in Siria, sfruttando le differenti interpretazioni della controversa legislazione marittima.

I tentativi di disgelo della Turchia

- Malgrado tutto, Ankara sembra però voler tentare il disgelo, non avendo sentito un sostegno inequivocabile dai leader occidentali dopo l'annuncio delle sanzioni russe, ma tuttavia senza cedere alla richiesta di scuse: "Nessun primo ministro turco, nessun presidente, nessuna autorità si scuserà", ha ribadito il premier turco Ahmet Davutoglu. Come gesto distensivo però, Ankara ha recuperato e consegnato alle autorità russe il corpo del pilota del Su-24 abbattuto, il tenente colonnello Oleg Peshkov, rimpatriato lunedì a Mosca con tutti gli onori militari. Ma per Mosca non basta.