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Polonia, Papa ai sacerdoti: "Scendete dai piedistalli dei poteri"

Il Pontefice, nel corso della visita al santuario della Divina misericordia di Cracovia, ha anche confessato 5 ragazzi della Gmg

Uscite da voi stessi, compite un esodo dal vostro io verso gli altri, abbandonate i "piedistalli traballanti" dei poteri del mondo, le proprietà private per i vostri comodi, le comodità.

E fatelo senza biglietto di ritorno. Queste le parole di papa Francesco rivolte ai sacerdoti nel suo quarto giorno di viaggio in Polonia. Il Pontefice, nel corso della visita al santuario della Divina misericordia di Cracovia, ha anche confessato 5 ragazzi della Gmg.

Durante l'omelia della messa celebrata nel santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia, il Pontefice ha detto: "Nella nostra vita di sacerdoti e consacrati può esserci spesso la tentazione di rimanere un po' rinchiusi, per timore o per comodità, in noi stessi e nei nostri ambiti". "La direzione che Gesù indica è però a senso unico: uscire da noi stessi", ha aggiunto.

"La vita dei suoi discepoli più intimi, quali siamo chiamati ad essere, è fatta di amore concreto, cioè di servizio e disponibilità; è una vita dove non esistono spazi chiusi e proprietà private per i propri comodi", ha affermato ancora Francesco, "almeno non devono esistere", ha proseguito.

"Chi ha scelto di conformare tutta l'esistenza a Gesù - ha afferamto il Pontefice - non sceglie più i propri luoghi, ma va là dove è mandato; pronto a rispondere a chi lo chiama, non sceglie più nemmeno i propri tempi. La casa dove abita non gli appartiene, perché la Chiesa e il mondo sono i luoghi aperti della sua missione. Il suo tesoro è porre il Signore in mezzo alla vita, senza ricercare altro per sé".

"Fugge così le situazioni appaganti che lo metterebbero al centro, non si erge sui traballanti piedistalli dei poteri del mondo e non si adagia nelle comodità che infiacchiscono l'evangelizzazione; non spreca tempo a progettare un futuro sicuro e ben retribuito, per non rischiare di diventare isolato e cupo, rinchiuso nelle pareti anguste di un egoismo senza speranza e senza gioia", ha detto.

"Contento nel Signore, non si accontenta di una vita mediocre, ma brucia del desiderio di testimoniare e di raggiungere gli altri; ama rischiare ed esce, non costretto da percorsi già tracciati, ma aperto e fedele alle rotte indicate dallo Spirito: contrario al vivacchiare, si rallegra di evangelizzare", ha concluso.