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Italiani rapiti in Libia, giallo sull'assenza di una scorta

La priorità resta agire in fretta, prima che siano venduti ad altri gruppi. Giallo sullʼassenza di una scorta durante gli spostamenti

Ore di angoscia per la sorte dei due italiani rapiti in Libia: a Borgo San Dalmazzo, il Comune cuneese di cui è originario Bruno Cacace, e a Sedico, nel Bellunese, dove è nato Danilo Calonego, si attendono notizie da Ghat dove sono stati sequestrati.

Si cerca di attivare un contatto e chiudere le trattative prima che siano venduti, nonostante al momento non ci siano rivendicazioni. Danilo Calonego in passato era sfuggito a due imboscate.

Sebbene nella zona non risultino fondamentalisti, né gruppi legati all'Isis, il rischio è infatti quello di un passaggio di mano che potrebbe complicare la situazione.

Sindaco di Ghat: "Rapiti da un piccolo gruppo di fuorilegge" - "Non sarebbero stati sequestrati da gruppi che hanno legami con Al Qaeda, ma da un piccolo gruppo di criminali comuni", scrivono i portali Libya Observer e Alwasat. Una notizia confermata anche dal sindaco di Ghat, che parla di "un piccolo gruppo di fuorilegge senza alcun legame con Al Qaeda". Con i due italiani è stato rapito anche un canadese: tutti lavorano per la Con.I.Cos, società che si sta occupando della manutenzione dell'aeroporto di Ghat.

I sequestratori, secondo la ricostruzione de Il Corriere della Sera, potrebbero appartenere a una delle tante tribù della zona attratte dalla possibilità di un facile guadagno. In questo caso la priorità è agire il prima possibile per evitare che i nostri connazionali e il canadese possano essere rivenduti ad altri gruppi. L'area è vicina al confine algerino e a quello del Mali e del Niger. Un'altra ipotesi prevede che il sequestro sia stato pianificato da gruppi fondamentalisti più strutturati per lanciare un segnale all'Occidente e agli occidentali ritenuti invasori.

Sequestratori noti alle autorità - Secondo Hassan Osman Eissa, portavoce della municipalità di Ghat, i rapitori degli italiani sono noti alle autorità locali, e in passato hanno effettuato rapine e imboscate contro auto. Le autorità locali stano comunque indagando sul caso.

Niente scorta - Dopo il sequestro e l'uccisione dei dipendenti della Bonatti, rapiti nel luglio 2015, l'ordine tassativo è di muoversi solo se accompagnati dalla scorta. Sembra invece che Bruno Cacace e Danilo Calonego girassero soltanto con l'autista.

Meccanico bellunese scampato a due imboscate - Danilo Calonego nell'ottobre del 2014 era sfuggito a due imboscate da parte dei predoni del deserto ma in Libia, dopo un breve periodo a casa, nel Bellunese, aveva voluto ritornarci quasi subito. Giramondo per vocazione Calonego aveva iniziato a lavorare come apprendista meccanico a Sospirolo (Belluno) per poi trasferirsi per dieci anni in Svizzera e quindi nel 1979 in Libia. Il meccanico bellunese si è sposato due volte - come indicano i quotidiani locali - dalla prima moglie ha avuto due figlie e una terza figlia dalla seconda moglie, una marocchina.