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Omicidio Kennedy, Trump: "Divulgherò i documenti segreti"

Se il presidente non deciderà di porre di nuovo il veto, 3100 files diventeranno accessibili al pubblico entro il 26 ottobre

Omicidio Kennedy, Trump:
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Donald Trump autorizzerà la divulgazione di 3.100 documenti segreti sulla morte di John Fitzgerald Kennedy, il presidente Usa assassinato nel 1963.

Lo ha annunciato lo stesso inquilino della Casa Bianca, con un messaggio postato sul suo account Twitter. L'annuncio di Trump arriva a pochi giorni dalla scadenza, il 26 ottobre, che lo obbliga a decidere sul mantenimento o meno della segretezza di quegli atti.

Cresce l'attesa per la decisione definitiva - "Pur essendo soggetto a ricevere ulteriori informazioni - ha twittato Trump - autorizzerò, come presidente, la divulgazione dei documenti su Jfk a lungo bloccati e classificati". Milioni di documenti su Kennedy, provenienti essenzialmente da intelligence, polizia e ministero della Giustizia, sono stati già pubblicati sulla base di una legge del 1992. Altri 3100 sono ancora coperti dal segreto di Stato. Trump ha invocato il diritto presidenziale a declassificarli, nonostante il parere contrario del National Security Council e degli esperti di Intelligence. Ma l'operazione potrebbe ancora essere fermata. In base alla legge americana, infatti, il presidente può anche opporsi alla desecretazione di un documento. Un'opzione che Trump sembra volersi riservare fino all'ultimo.

Il dibattito - Secondo quanto riporta il quotidiano Indipendent, la decisione del presidente ha scatenato un vivace dibattito in patria. "E' solo uno stratagemma per distrarre l'opinione pubblica delle bugie, dall'incompetenza e dai guai giudiziari di Tump", ha detto la sociologa DaShanne Stokes. Ma c'è anche chi difende la sua scelta. "I cittadini americani hanno il diritto di conoscere i fatti - ha commentato Larry Sabato, l'autrice di un libro su Kennedy - o almeno di sapere di cosa sono stati tenuti all'oscuro dal governo per tutti questi anni".

La teoria del complotto - L'omicidio del giovane presidente Usa, avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963, alimenta ancora oggi varie teorie complottistiche. L'ultima è stata diffusa dallo stesso Trump: durante la campagna elettorale per le primarie del partito repubblicano, il tycoon ha accusato il padre del suo avversario, Ted Cruz, di aver intrattenuto rapporti di amicizia con l'uomo ritenuto responsabile della sparatoria, Lee Oswald. Tutte illazioni seccamente smentite dalla famiglia dell'interessato.