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Obama conferma: Kayla Mueller è morta Lettera dalla prigionia: "Non mi arrendo"

Le immagini della 26enne Usa sarebbero state inviate dai sequestratori alla famiglia della giovane. I genitori rendono nota lʼultima lettera della figlia. Il Pentagono: "Uccisa dagli jihadisti non dai raid giordani"

Kayla Jean Mueller
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Il presidente americano Barack Obama, con "profonda tristezza", ha confermato la morte dell'operatrice americana 26enne Kayla Jean Mueller, nelle mani dell'Isis. La giovane sarebbe rimasta vittima di un bombardamento dei caccia giordani a Raqqa, in Siria, ma il Pentagono smentisce: "E' stata uccisa dagli jihadisti". La famiglia della giovane, che avrebbe ricevuto fotografie del corpo senza vita della ragazza, ha reso nota la sua ultima lettera.

Obama conferma: Kayla Mueller è morta Lettera dalla prigionia: "Non mi arrendo"

"Non importa quanto tempo ci vorrà, gli Stati Uniti troveranno e porteranno davanti alla giustizia i terroristi responsabili per la prigionia e la morte di Kayla", si legge nel comunicato della Casa Bianca con cui è stata confermata la morte della 26enne. "L'Isis è un gruppo terroristico odioso, le cui azioni sono in estremo contrasto con lo spirito delle persone come Kayla", continua il documento.

"In nome del popolo americano, Michelle e io rivolgiamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia di Kayla, i suoi genitori Marsha e Carl, suo fratello Eric e la sua famiglia e tutti coloro che amavano Kayla. In questo momento di inimmaginabile sofferenza, il Paese si unisce al loro dolore", conclude il presidente Usa.

L'ultima lettera di Kayla - I genitori della giovane hanno reso pubblica l'ultima lettera che la figlia ha scritto loro dalla prigionia nella primavera 2014. Kayla non voleva che i negoziati per il suo rilascio fossero "un'incombenza" per la sua famiglia: "ho ancora molta forza dentro di me per lottare. Non sto crollando, non cederò, non importa quanto ci vorrà". Nella lunga missiva la ragazza racconta anche di essere "in buona salute (e infatti ho messo su qualche chilo), sono trattata con il massimo rispetto e gentilezza". Ma la sofferenza maggiore "è sapere quanta sofferenza vi ho causato". E ancora, "il pensiero del vostro dolore è la fonte anche del mio, ma allo stesso tempo la speranza che saremo di nuovo insieme è quello che mi dà forza".

Infine, la giovane diceva di aver avuto un grande aiuto dalla fede: "Prego ogni giorno", e "grazie a Dio e alle vostre preghiere, mi sono sentita teneramente cullata in caduta libera. Mi è stata mostrata l'oscurità e la luce e ho imparato che anche in prigione si può essere liberi".

Il Pentagono: "Uccisa dagli jihadisti" - Per il Pentagono, "non ci sono dubbi", la morte della giovane cooperante americana Kayla Mueller è stata causata dall'Isis, non da un raid dei caccia giordani (come sostenuto dagli stessi jihadisti). Lo ha detto il portavoce del Dipartimento della Difesa, ammiraglio John Kirby.

Obama: "Kayla tra gli ostaggi bersaglio del blitz Usa fallito in Siria" - Kayla Jean Mueller era tra gli ostaggi che gli Stati Uniti tentarono di liberare la scorsa estate con un blitz in Siria, operazione che però fallì. Lo lascia intendere il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in un'intervista a BuzzFeed News, respingendo quelle accuse secondo cui il Paese non avrebbe fatto abbastanza per liberarla. "Non credo che sia accurato dire che il governo degli Stati Uniti non ha fatto tutto il possibile. - ha detto Obama - Abbiamo impiegato e impieghiamo sempre enormi risorse per liberare ostaggi ovunque nel mondo". "Ho dispiegato un'intera operazione, con un rischio notevole - ha continuato - per liberare non solo lei, ma anche altri ostaggi, e probabilmente sono stati mancati per un giorno o due".