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Nuovo scempio dell'Isis, distrutto l'antico monastero cristiano di Sant'Elia

Luogo sacro cristiano costruito 1.400 anni fa vicino a Mosul. E nel nord Iraq i curdi distruggono villaggi arabi

Nuovo scempio dell'Isis, distrutto l'antico monastero cristiano di Sant'Elia - foto 1
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L'Isis ha raso al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq.

Si tratta del monastero di Sant'Elia, a Mosul, chiamato anche Dair Mar Elia, costruito 1.400 anni fa. In precedenza lo Stato Islamico si era più volte scagliato contro monumenti o opere d'arte pre islamiche: il gruppo terrorista ha infatti distrutto tra gli altri alcuni dei templi della città siriana di Palmira, patrimonio dell'Unesco.

Nuovo scempio dellʼIsis, distrutto lʼantico monastero cristiano di SantʼElia

Forze curde distruggono villaggi arabi in nord Iraq - E da Amnesty International arriva la denuncia secondo la quale le forze curde irachene stanno distruggendo deliberatamente villaggi arabi sotto il loro controllo nell'Iraq settentrionale. In un rapporto pubblicato dall'organizzazione umanitaria si afferma che le forze curde hanno demolito e bruciato migliaia di case arabe in una "campagna deliberata" per sradicare le comunità arabe per vendicare il loro presunto appoggio allo Stato islamico. Questo, secondo Amnesty, potrebbe costituire un crimine di guerra.

Dal satellite le prove sullo scempio del monastero - L'agenzia Associated Press, che ha dato in esclusiva la notizia, riferisce di avere potuto accertare la distruzione del monastero attraverso fotografie satellitari commissionate alla società DigitalGlobe. Il monastero di Sant'Elia, fondato nel 590 dopo Cristo, era situato su una collina che sovrasta Mosul. L'edificio era già in gran parte senza tetto, ma erano ancora visibili 25 stanze e una cappella. Secondo esperti che hanno visionato le immagini, le antiche mura di pietra "sono state letteralmente polverizzate", con l'uso di bulldozer e forse di esplosivi, probabilmente tra l'agosto e il settembre 2014.

Monastero già protagonista di altri vandalismi - Sant'Elia era già stato teatro di tragedie e atti di vandalismo, anche ad opera di militari americani durante l'occupazione dell'Iraq. Nel 1743, 150 monaci erano stati massacrati da un generale persiano perché avevano rifiutato di convertirsi all'Islam. I soldati della 101ma Divisione aviotrasportata Usa, invece, avevano ricoperto le pareti di disegni e vi avevano inciso l'aquila che è il loro simbolo. L'Isis ha già compiuto distruzioni di chiese, moschee e mausolei in Iraq, oltre che di reperti nelle antiche città di Ninive, Hatra e Nimrud e in quella di Palmira in Siria.