Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, gli scrittori si dividono: contrari Baricco e Welsh, entusiasta Rushdie
Cʼè chi proprio non riesce a comprende la premiazione, come lʼautore di "Novecento", e chi esulta "le frontiere si allargano"
Il Nobel per la Letteratura a Bob Dylan ha diviso gli scrittori. La polemica, rimbalzata sui social network, è stata rilanciata da Irvine Welsh, autore scozzese di Trainspotting, che ha scritto un tweet aspro contro gli "hippy rimbambiti che premiano a vanvera"; dello stesso avviso anche Alessandro Baricco: "Non riesco a capire che c'entri con la letteratura. E' come se dessero un Grammy a Marìas perché c'è una bella musicalità nella sua narrativa".
Su Twitter Welsh è stato lapidario: "Sono un fan di Bob Dylan ma questo è un premio a base di nostalgia mal concepita". L'autore italiano di "Novecento" invece spiega: "La situazione tra Dario Fo e il cantautore americano è diversa perché per quanto riguarda la scrittura del teatro non ho bisogno di sforzarmi tanto per capire che c'entra con la scrittura". Disappunto anche da parte del giapponese Haruki Murakami (in lizza anche lui per il Premio): "Non dispiacerti per te stesso. Solo gli stronzi lo fanno", scrive, citando dal suo romanzo Norvegian Wood.
Ma c'è chi approva come Salman Rushdie o Stephen King - Tra gli scrittori che invece esultano per la notizia ci sono Salman Rushdie ma anche Philip Pull, De Lillo, Stephen King e Joyce Carol Oates. Rushdie afferma: "Dylan è il brillante erede della tradizione dei grandi bardi: ottima scelta, le frontiere della letteratura si allargano". Giubilo anche per il linguista Tullio De Mauro che sottolinea: "E' giusto ampliare i confini del Nobel della letteratura accademica, patinata, nobile, a quella non meno nobile ma di grande circolazione e popolarità".
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