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Migranti, Renzi all'Onu sferza l'Europa: "Si è fatto troppo poco"

Unʼaltra stoccata a Bruxelles che per lʼemergenza profughi "ha fatto troppo poco". Fare presto per bloccare le partenze

"Nel Mediterraneo, nel Mare nostrum, migliaia di persone scappano.

Dovremo farci carico sempre più di quell'area del mondo. Ci sono passi avanti in Libia ma ancora tanto c'è da fare. Si gioca la sfida della libertà ma troppo poco è stato fatto dall'Ue". Così il premier Matteo Renzi sferza l'Europa nel suo intervento all'Onu. E ricorda "i gesti concreti degli italiani che ogni giorno salvano le vite umane altrimenti condannate alla disperazione".

Il premier ha ringraziato Obama proprio per l'iniziativa presa sui migranti (un accordo tra 50 Paesi per accogliere oltre 300mila rirugiati): una proposta che, ha detto, "aiuterà ognuno di noi a capire l'importanza del tema dei rifugiati. Come ha detto nel suo discorso, bisogna scegliere tra paura e coraggio: questa è la sua grande legacy non solo per gli Stati Uniti ma per tutti". Ha poi annunciato che "al G7 di Taormina ospiteremo un momento importante sul tema dell'assistenza allo sviluppo". "In quell'appuntamento - ha spiegato - metteremo al centro i temi dell'aumento dei denari per la cooperazione allo sviluppo, gli investimenti sull'educazione perché il terrorismo proviene anche dalle periferie abbandonate dalle città. La nostra proposta è: per ogni euro investito in sicurezza, un euro va investito in cultura".

Ha poi rilanciato la proposta italiana di Migration compact sottolineato che sul "ricollocamento dei migranti economici abbiamo alcuni problemi".

"L'Europa avrebbe detto che avrebbe organizzato i ricollocamenti: una dichiarazione senza conseguenze perché nessuno voleva i ricollocamenti", aveva invece spiegato in un intervento al Council on Foreign Relations. "L'Italia ha una strategia per i rimpatri e sta cercando di coinvolgere l'Europa ma è anche per bloccare le partenze attraverso accordi con i Paesi di origine".

"Sempre dalla parte della democrazia" - Il presidente del Consiglio ha poi assicurato che "l'Italia accetta la sfida del presidente Usa Barack Obama: staremo sempre dalla parte della democrazia, dei valori, degli ideali, con la concretezza di chi ha il grande sogno di fare della politica un'attività nobile e concreta assumendosi in toto il senso di una sfida che dalle nostre parti chiamiamo umanità".

Ha poi citato il personaggio di Enea, che "si mette in viaggio con il padre sulle spalle, segno di una generazione che non ha paura delle proprie responsabilità e assicura al figlio Ascanio la possibilità di continuare a vivere e fondare la grande storia di Roma. Porta il senso della pietas e il senso profondo dell'identità culturale che rendono una comunita' degna di essere chiamata comunità".

"Lavorare per la pace" - "La sfida del Consiglio di sicurezza, dell'Europa e del G7 hanno la stessa matrice, lo stesso imprinting: abbiamo il dovere come italiani - ha sottolineato - di portare la nostra voce e il nostro contributo alle Nazioni Unite nella scelta di valori antichi declinati in modo nuovo. Il nostro popolo continua a lavorare con gli uomini che servono la pace, attraverso un'uniforme in Afghanistan, Somalia, Iraq, proteggendo la diga di Mosul e nell'area dei Balcani. Sono protagonisti della sicurezza ma hanno l'elemento in più della cultura".