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Libano, un sindaco recluta vigilesse in shorts: accuse di sessismo sui social

Nelle intenzioni del primo cittadino Pierre Achkar cʼè quella di rendere "più occidentale" lʼimmagine del Paese. Ma molte utenti di Twitter hanno criticato lʼutilizzo di donne come "attrazioni turistiche"

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Sono donne, giovani e con gli shorts.

Sono i requisiti per le nuove vigilesse urbane della città di Brummana, in Libano. Per la maggioranza, sono studentesse che hanno scelto di lavorare per il comune durante l'estate. Il sindaco Pierre Achkar voleva che la città fosse pronta ad accogliere i turisti durante l'alta stagione, sia dal punto di vista del numero di agenti impiegati che dell'immagine "più occidentale" che il Paese può dare ai visitatori. Sui social, però, si contano più critiche che apprezzamenti. Per molti utenti, si tratta di una discriminazione sessista.

La nuova divisa T-shirt nera, cappello rosso e scarpe da ginnastica bianche. Ma soprattutto pantaloncini corti. Dovranno arrivare al lavoro in questo modo, le nuove vigilesse di Brummana, reclutate solo per il periodo estivo. Secondo Ziad Baraoud, l'ex ministro dell'Interno, la legge libanese non fa nessun riferimento al tipo di divisa da indossare per gli agenti del traffico stagionali, reclutati dal comune. Non solo, ma ogni città può scegliere quale uniforme far indossare ai propri vigili e il tipo di dress code, in base all'area nel quale devono lavorare. Brummana è una nota località turistica estiva e, sostiene il sindaco, gli shorts sono un indumento comune per le donne in visita: "Mi volete dire che bisogna vergognarsi di indossare i pantaloncini corti?", provoca Achkar in un'intervista al quotidiano Annahar. E prosegue: "Sappiamo che il Libano ha una reputazione negativa in Occidente, che non incoraggia il turismo. Questo è il nostro modo di dimostrare che quest'immagine è sbagliata".

Le critiche social "Sono donne che dovrebbero aiutare a mantenere l'ordine nella città o sono attrazioni turistiche?" si chiede un'utente di Twitter. Sebbene le nuove vigilesse sembrino a loro agio con l'uniforme, tanto da dichiararsi soddisfatte di aver ottenuto "un lavoro estivo" con "un'istituzione rispettabile" come ha detto Samantha Saad ad Al Jadeed Tv, molte libanesi non sembrano d'accordo. "E' inaccettabile e inappropriato usare queste ragazze per ragioni puramente turistiche. Dov'è la divisa ufficiale?" si chiede un'altra utente. E c'è chi fa notare che per quanto l'idea sia "molto carina", le vigilesse "verranno fischiate milioni di volte durante il giorno, per colpa di uomini ignoranti".

Il sessismo in Libano Le preoccupazioni del popolo di Twitter non sono del tutto infondate. Il Libano deve confrontarsi ogni giorno con un sessismo latente che ancora permea la cultura e la società e che è visibile, ad esempio, nelle pubblicità o nei programmi televisivi. Nel 2012, un'attrice ed ex miss Libano, Nadine Nassib Njeim, si dichiarò contraria ai rapporti prematrimoniali per le donne perché, sosteneva, le regole sono diverse rispetto agli uomini. Quattro anni dopo, Najwa Karam, una cantante molto popolare, ha affermato in un'intervista che i diritti della donne stavano assumendo una piega "fuori controllo" e stavano minacciando "la virilità degli uomini". Ancora nel 2017 un ristorante si è dovuto scusare perché per pubblicizzare uno sconto aveva accostato due hamburger in modo che assumessero la forma di un seno.