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L'annuncio dello Stato Islamico: "Il killer di Tel Aviv era uno dei nostri"

Il legame tra il terrorista e il Califfato è stato reso nota dal Site, il sito di monitoraggio Usa dellʼestremismo di matrice islamica sul web

L'annuncio dello Stato Islamico:
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La rete Al-Nusra Al-Maqdisiya, legata all'Isis, ha pubblicato una foto del killer di Tel Aviv definendolo "un sostenitore del Califfato".

Lo riferisce il Site, sito di monitoraggio dell'estremismo islamico. Nashat Melhem era l'arabo israeliano che all'inizio dell'anno ha fatto strage in un pub di Tel Aviv. L'uomo è stato ucciso venerdì dai membri di unità speciali del Paese.

La diffusione della foto - riferita da Site - ripropone la vicenda che per una settimana ha tenuto Israele con il fiato sospeso per una caccia all'uomo in tutto al Paese. Una ricerca conclusasi venerdì con l'uccisione di Melhem dopo che l'attentatore è stato localizzato in una casa disabitata del suo villaggio originario di Arara nel nord del paese. Melhem - cittadino arabo israeliano di 29 anni - aveva colpito il primo dell'anno aprendo il fuoco con un mitragliatore contro gli avventori di un pub in via Dizengoff, arteria centralissima e animata da decine di ristoranti e negozi.

Due gli israeliani uccisi e otto i feriti. L'attentatore si era poi dileguato, svanendo nel nulla: non prima però di aver ucciso un tassista arabo israeliano che l'aveva preso a bordo. Secondo quanto si è appreso in seguito, durante il tragitto Melhem si era accorto che nel veicolo era in funzione un telecamera. Avrebbe allora ucciso l'autista (in una spiaggia isolata, dove non c'erano altre telecamere di sicurezza) e distrutto le immagini. Le sua foto per una settimana ha campeggiato su tutti i media israeliani nel tentativo di avere notizie che consentissero di stanarlo.

Presentato in un primo momento come una persona dalla personalità instabile, Melhem in quella settimana ha invece agito con grande freddezza, costringendo Israele a mobilitare migliaia di agenti per trovarlo. Poi l'epilogo nel suo villaggio natale dove era stato prima tradito da un oggetto, trovato dalla polizia, con il suo Dna e poi per aver sparato a un cane segugio delle forze di sicurezza rivelando così il suo nascondiglio finale.

Melhem è stato ucciso dalle forze di sicurezza a poca distanza dalla casa che aveva occupato: con sé aveva lo stesso mitragliatore con cui aveva colpito a Tel Aviv. Solo venerdì, per la prima volta, il ministro della sicurezza interna Ghilad Edan ha catalogato l'attentato come "un atto di terrorismo".