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La madre di Brittany: "Immorale definire riprovevole la scelta di mia figlia"

In una lettera aperta Betty Ziegle risponde così alle critiche mosse alla scelta della 29enne di ricorrere allʼeutanasia

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"Censurare una scelta personale come 'riprovevole' perché non in accordo con il credo di qualcun altro è immorale". Lo scrive, in una lettera aperta, Betty Ziegler, madre di Brittany Maynard, la ragazza che è ricorsa all'eutanasia perché malata terminale. A tre settimane dalla morte della figlia, spirata a soli 29 anni il primo novembre, la donna risponde quindi alle critiche mosse anche dal Vaticano.

La madre di Brittany: "Immorale definire riprovevole la scelta di mia figlia"

Le critiche del presidente della Pontificia Accademia della Vita - Pur senza citarlo direttamente, Ziegler fa soprattutto riferimento alla dichiarazione di monsignor Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia della Vita, che il 4 novembre definì la scelta del suicidio assistito "un'assurdità", condannando il gesto come "riprovevole".

"La scelta di mia figlia di 29 anni di morire dignitosamente invece di soffrire una degradazione morale, fisica e un dolore intenso non merita di essere etichettata come "riprovevole" da stranieri, lontani da noi un continente e che non hanno conosciuto lei e la sua situazione".

"Critiche peggio di uno schiaffo in faccia" - Nella missiva indirizzata e resa nota da "Compassion & Choice" - l'associazione a favore del suicidio assistito che ha sostenuto Brittany - la donna precisa che le critiche "espresse pubblicamente e con tanta forza da persone mai conosciute, proprio in un momento in cui la mia famiglia era ferita e dolorante per la perdita, sono state peggio di uno schiaffo in faccia. E' stato colpirci mentre tentavamo di tirare un respiro".

La madre precisa di "scrivere in risposta ad una varietà di commenti resi dalla stampa e online". Critiche "di individui e istituzioni che hanno cercato di imporre il loro credo su un fatto che sia Brittany che la nostra famiglia ritiene essere un diritto umano. Censurare una scelta personale come "riprovevole" perché non è in accordo al credo di qualcun altro è immorale", conclude la donna. Ma di certo non si è concluso un dibattito che, non solo in America, il gesto di Brittany ha riportato con forza sotto i riflettori.