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Israele, sequestrate ad Haifa le bambole che incitano allʼintifada

Oltre 4mila peluche con guerriglieri pronti a scagliare un sasso sequestrati alla dogana. Recavano slogan come "Gerusalemme stiamo arrivando"

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Sequestrate dall'autorità doganale israeliana ad Haifa almeno 4mila bambole di peluche raffiguranti un guerrigliero palestinese dal volto coperto con una kefia e con in mano un sasso. Sul pupazzo, slogan contro Israele. I giocattoli erano stati nascosti in un container proveniente dall'Unione Europea e che conteneva vestiti, tappeti e altri oggetti di plastica diretti in Palestina.

La propaganda parte dal basso, dai più piccoli, destinatari anche nei loro giochi di messaggi d'odio. E così, in Palestina, arrivano i peluche che incitano all'intifada. Le bambole, che recano anche l'immagine della moschea di Al Aqsa, sono addobbate con loghi e scritte nazionalistiche, come "Gerusalemme, stiamo arrivando" e "Gerusalemme è nostra". Tutte, dipinte con i colori della bandiera palestinese, raffigurano un uomo a volto coperto, con il braccio alzato e armato di pietra, pronto a scagliare il sasso.

Il container che conteneva le scatole era stato etichettato come "sospetto" e così, con un esame ai raggi x, in mezzo a vestiti e altra merce innocua, sono state sequestrate queste bambole "incitanti all'odio". E' stata aperta un'indagine per capire chi le abbia prodotte. Non è la prima volta che prodotti discutibili più o meno direttamente inneggianti alla guerriglia finiscono in vendita in Palestina. A Gaza una delle mode del momento è un profumo contenuto in una boccetta a forma di pugnale arabo e chiamano "Fragranza del terrore". Nel 2012 veniva, invece, venduto il "Profumo M-75" che richiamava nell'aspetto della confezione i missili lanciati dalla Striscia di Gaza verso i territori israeliani.