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Isis, nuova tattica dell'orrore: cadaveri imbottiti di esplosivo a Kobane

I corpi abbandonati tra le macerie, pronti a uccidere civili e soccorritori

kobane isis siria
-afp

Cadaveri decapitati e imbottiti di esplosivo, lasciati tra le macerie di Kobane, in Siria, e pronti a saltare in aria per uccidere civili e soccorritori.

E' l'ultima "tattica" dell'orrore messa in atto dallo Stato Islamico, che ha abbandonato la città a gennaio, di fronte all'avanza dei peshmerga e dei miliziani curdi. A denunciarlo è l'ong Handicap International (Hi).

I tentativi di recuperare i corpi, spiega l'organizzazione, sono finiti in tragedia. Da allora, i cadaveri sono rimasti dove sono, continuando a decomporsi in attesa di sminatori esperti. Ma non è l'unica "trappola" preparata dagli jihadisti. Secondo l'organizzazione, nella città sono stati rinvenuti esplosivi progettati per restare attivi molto tempo. I ritrovamenti, in particolare, tra le macerie delle case, sotto mobili, automobili, trattori, o in aree coltivabili. Tutto questo con lo scopo non solo di uccidere, ma anche di impedire il ritorno sicuro dei civili alle loro case e ad una vita normale, creando il terrore.

Le Ong: "Così bloccano anche il nostro operato" -

A Kobane, città simbolo della lotta all'Isis, quattro mesi di combattimenti hanno distrutto quasi l'80% degli edifici, ma anche lasciato un livello allarmante di contaminazione da ordigni inesplosi. "Quello che abbiamo visto è oltre i nostri peggiori incubi - ha detto Frédéric Maio, che coordina le operazioni di sminamento di HI - una parte significativa della città è stata distrutta e la contaminazione di armi inesplose di tutti i tipi ha raggiunto una densità e una diversità mai vista prima". "Ordigni inesplosi e trappole esplosive rappresentano una minaccia quotidiana per le persone che stanno cercando di rientrare nelle loro case. Inoltre, impediscono alle organizzazioni umanitarie di operare in modo sicuro e di fornire il supporto necessario a questa popolazione così vulnerabile".