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Siria, serie di attentati rivendicati dall'Isis: oltre 120 i morti

Almeno sette autobomba hanno provocato un massacro in due città considerate roccaforti del regime di Bashar al Assad

Sale a 121 il bilancio dei morti negli attentati suicidi, rivendicati da Isis, avvenuti nella provincia di Latakia, sulla costa mediterranea della Siria, dove è situata una base navale russa.

Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, 73 persone sono morte nei quattro attacchi compiuti a Jabla e 48 nei tre attacchi di Tartus.

Gli attentati, portati a termine con almeno sette autobomba, hanno provocato un massacro in due città considerate roccaforti del regime di Bashar al Assad. I miliziani, infatti, hanno attaccato gruppi di alawiti, setta musulmana sciita di cui fa parte il presidente Assad.

Secondo testimoni, un primo attentato sarebbe avvenuto a Tartus in un parcheggio, dove un attentatore suicida ha fatto esplodere un'autobomba. Altri due attacchi si sono verificati nelle vicinanze dove kamikaze hanno azionato i giubbetti esplosivi che indossavano. A Jableh, circa 50 chilometri a nord, un'altra autobomba condotta da un kamikaze è esplosa in un parcheggio e poi tre attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria nella stessa area, nei pressi della società dell'energia elettrica e di un ospedale.

Mosca: "Preoccupazione per gli attacchi di Tartus" - Preoccupazione in Russia per la serie di attacchi terroristici che dimostrano "la fragilità della situazione nella regione", secondo quanto ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.