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Iraq, ucciso il capo dei foreign fighters dell'Isis

Taes Bill Monti, noto come Abu Omer Hollandi, comandante dei "foreign fighters" dello Stato Islamico (Isis), è stato ucciso nel quartiere di Muhandiseen, nella parte orientale di Mosul, in Iraq.

Lo hanno reso noto fonti del governo autonomo del Kurdistan iracheno. Il 41enne Hollandi, di origine olandese, era considerato uno dei più stretti collaboratori di Abu Bakr al-Baghadi.

A eliminare il comandante europeo di Daesh, uno dei 150 olandesi fuggiti dal loro Paese per mettersi al servizio dell'Isis, sono stati uomini dell'esercito iracheno, durante uno scontro a fuoco. Hollandi era a capo dell'unità d'elite degli Inghimasi, chiamati così perché sono combattenti a stretto contatto con le linee nemiche: le truppe speciali dello Stato islamico, quelle che hanno resistito nella zona orientale del Tigri, penalizzando fortemente le milizie irachene.

All'interno di questo esercito militano soprattutto stranieri, in gran parte caucasici e uzbeki. La morte di Hollandi è un duro colpo per l'Isis nella parte est di Mosul, ormai libera all'80 per cento.

Liberata l'università - All'uccisione del capo straniero si è aggiunta anche la liberazione dell'università di Mosul, ulteriore duro colpo allo Stato islamico. "Abbiamo concluso la parte più difficile", ha detto Maan Saadi, generale del servizio di Contro-terrorismo. Dopo questi importanti successi, gli iracheni sono fiduciosi: ritengono che l'area orientale della città sarà completamente libera in una decina di giorni. Daesh però, temono i generali, continuerà a resistere nella parte ovest del Tigri, tra i quartieri medievali della Medina, dove gli agguati sono resi facili dalla conformazione angusta delle strade dell'abitato.