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Israele, gli 80mila evacuati degli incendi di Haifa rientrano a casa

Avanza il sospetto della matrice terroristica alle origine degli incendi degli ultimi giorni. Il Daesh diffonde una mappa degli incendi: è una rivendicazione?

La polizia israeliana ha annunciato che possono rientrare nelle loro case tutte le persone a cui era stato ordinato di lasciare le abitazioni a causa degli incendi che hanno colpito maggiormente la zona di Haifa, nel nord ovest del Paese.

Secondo le stime ufficiali, si tratterebbe di 80mila persone. Si allarga nel frattempo l'ipotesi terroristica dietro agli attacchi ad Israele: l'Isis ha infatti diffuso una mappa delle aree incendiate, ma al momento non c'è alcuna rivendicazione.

Netanyahu: "E' terorrismo" - "L'incendio doloso è terrorismo e come tale sarà punito": così ha ammonito il premier Benjamin Netanyahu. Altre autorità israeliane hanno parlato di "Intifada degli incendi dolosi", in riferimento alle passate rivolte palestinesi contro Israele. Il sospetto di una matrice terroristica all'origine degli incendi rimane ancora da dimostrare. Lo Stato ebraico ha denunciato la campagna di soddisfazione per la situazione, apparsa su numerosi siti arabi dove si è inneggiato all'incendio e si è diffuso l'hashtag IsraeleBrucia.

La situazione attuale - Le autorità municipali di Haifa parlano di almeno 37 case gravemente danneggiate dagli incendi: dalle zone centrali del Paese intorno a Gerusalemme, a Modiin, passando per Zichron Yaakov a nord di Tel Aviv, fino ad Haifa è un'immensa colonna di fumo con trasporti interrotti, case abbandonate, scuole e asili chiusi, strade sbarrate, prigioni svuotate e, secondo alcune stime, con decine di persone costrette alle cure del pronto soccorso. Non sono state segnalate vittime.

Nel frattempo, la polizia e le forze di sicurezza hanno fatto sapere di aver fermato dodici persone, in gran parte palestinesi, sospettati di aver contribuito alle fiamme o di aver istigato agli incendi via Internet. D'altro lato, i vigili del fuoco della città palestinese di Jenin, nel nord della Cisgiordania, hanno raggiunto Haifa per dare una mano ai loro colleghi israeliani.