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In Iraq scoperte almeno 50 fosse comuni in ex territori Isis

Tra le vittime figurano soldati iracheni, donne ed esponenti della minoranza Yazidi. Lʼinviato Onu: "Nello Stato islamico crimini contro lʼumanità, crimini di guerra e persino genocidio"

Oltre 50 fosse comuni sono state scoperte in Iraq nelle zone strappate all'Isis.

"Le prove dei crimini orribili compiuti dai jihadisti si accumulano a mano a mano che i territori vengono riconquistati dalla truppe irachene", ha spiegato l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Jan Kubis, ascoltato dal Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Le tombe sono state scoperte ad aprile nella città di Ramadi, e nei mesi precedenti a Sinjar e a Tikrit, nel nord del Paese, e ad Anbar, nell'Iraq occidentale. Tra gli uccisi figurano soldati iracheni, donne e persone della minoranza Yazidi. Fosse comuni sono state scoperte anche in alcune parti della Siria, dove lo Stato Islamico ha mantenuto il controllo per diverso tempo.

Secondo Kubis, nonostante "i progressi costanti e notevoli" contro l'Isis, il gruppo rimane ancora un nemico forte che regola costantemente le tattiche e gli attacchi". "Condanno nei termini più forti possibili le continua uccisioni, rapimenti, stupri e torture dell'Isis che possono costituire crimini contro l'umanità, crimini di guerra e anche genocidio", ha detto l'inviato dell'Onu, il quale ha sottolineato che la crisi umanitari dell'Iraq rimane una delle più gravi al mondo.