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Il Papa arriva in Bangladesh e ringrazia per l'aiuto ai profughi rohingya

"Eʼ necessario che la comunità internazionale attui misure efficaci nei confronti di questa grave crisi", ha detto il Pontefice

Il Papa arriva in Bangladesh e ringrazia per l'aiuto ai profughi rohingya - foto 1
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Il Papa ha ricordato la generosità del Bangladesh "nel suo slancio umanitario a favore dei rifugiati affluiti in massa dallo Stato di Rakhine (i rohingya)" che "è stato fatto con non poco sacrificio e sotto gli occhi del mondo intero".

"E' necessario che la comunità internazionale attui misure efficaci nei confronti di questa grave crisi", ha detto nel suo primo discorso in Bangladesh, nel palazzo presidenziale Bangabhapan.

"Nessuno di noi può mancare di essere consapevole della gravità della situazione, dell'immenso costo richiesto di umane sofferenze e delle precarie condizioni di vita di così tanti nostri fratelli e sorelle, la maggioranza dei quali sono donne e bambini, ammassati nei campi-profughi. È necessario - ha raccomandato il Pontefice - che la comunità internazionale attui misure efficaci nei confronti di questa grave crisi, non solo lavorando per risolvere le questioni politiche che hanno condotto allo spostamento massivo di persone, ma anche offrendo immediata assistenza materiale al Bangladesh nel suo sforzo di rispondere fattivamente agli urgenti bisogni umani".

Nel presentarsi alle autorità del Paese Bergoglio ha voluto sottolineare il fatto che "il Bangladesh è una nazione che si sforza di raggiungere un'unità di linguaggio e di cultura nel rispetto per le diverse tradizioni e comunità, che fluiscono come tanti rivoli e ritornano ad arricchire il grande corso della vita politica e sociale del Paese"."Nel mondo di oggi - ha ammonito - nessuna singola comunità, nazione o Stato, può sopravvivere e progredire nell'isolamento. In quanto membri dell'unica famiglia umana, abbiamo bisogno l'uno dell'altro e siamo dipendenti l'uno dall'altro".

Presidente del Bangladesh al Papa: "Grazie per la sua forte difesa dei rohingya" - Il presidente del Bangladesh Abdul Hamid, ricordando al Papa che il proprio governo ha "dato riparo a un milione di rohingya scacciati" dal Rakhine, ha rimarcato la "molto lodevole posizione" del Papa "in favore dei rohingya perseguitati e la sua appassionata voce contro tale brutalità". Ciò, ha detto, "dà speranza per la soluzione della crisi. La sua vicinanza a loro, la richiesta di aiutarli e di assicurare loro pieni diritti, dà alla comunità internazionale la responsabilità di agire con prontezza e sincerità".

Il presidente Hamid ha ricordato le terribili persecuzioni subite dal popolo dei rohingya, "migliaia di loro, compresi donne e bambini, brutalmente uccisi, migliaia di donne violate", la fuga in Bangladesh "per fuggire le atrocità perpetrate dall'esercito del Myanmar". Il presidente ha espresso anche "sincera gratitudine" per la creazione da parte del Papa del primo cardinale della storia del Bangladesh, l'arcivescovo di Dacca Patrick D'Rozario, e ha ricordato l'opera del primo ministro, signora Hasina, contro la povertà. Il Bangladesh è il quinto Paese più povero del mondo.