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Ema, società abbandona la gara d'appalto: l'Olanda lo nasconde all'Ue

Il Commissario Affari costituzionali dellʼEuroparlamento Mercedes Bresso: "Ci hanno mentito, faremo riaprire il caso"

Ema, società abbandona la gara d'appalto: l'Olanda lo nasconde all'Ue - foto 1
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"Tempi troppo stretti, scadenze impossili da rispettare, penali troppo alte per completare i lavori".

Per queste ragioni una delle due ditte rimaste a contendersi la gara per la costruzione del "Vivaldi Building" ad Amsterdam, la sede definitiva dell'Agenzia europea del farmaco, si ritira. E' l'ultima clamorosa conferma delle fragilità del progetto olandese per mettere le mani su Ema, un'istituzione cruciale per la salute di 500 milioni di europei, ma anche un affare da 1,5 miliardi di euro per la città che lo ospita.

A mettere in dubbio la realizzabilità dell'edificio nei tempi previsti è addirittura una delle aziende che fino a ieri si contendevano i lavori. Non solo: il ritiro era noto da settimane, ma in occasione del sopralluogo degli europarlamentari del 22 febbraio, decisivo per le sorti della contesa Milano, pronta ospitare i 900 dipendenti nel grattacielo Pirelli, le autorità olandesi hanno taciuto.

"Per la verità abbiamo avuto risposte false", dice il Commissario agli Affari costituzionali dell'Europarlamento Mercedes Basso, perchè ci hanno detto che era tutto a posto, che la gara era stata fatta, che c'erano dei candidati e che il lavoro stava per essere assegnato. Ora chiederemo di sospendere il voto sull'atto legislativo e premeremo perchè si riapra il caso".

A dare notizia del ritiro è l'amministratore della società "Zublin Nederland" in persona, Theo Broere: "La nostra scelta è dovuta a diversi fattori, ma il primo è il tempo". Di tutto questo è stato informato il Ministero della salute olandese che però non ne ha fatto parola con i delegati di Ema e con gli europarlamentari che chiedevano precise garanzie. L'edificio di 18 piani dovrebbe essere inaugurato nel novembre 2019 in un fazzoletto di terreno nel distretto finanziario di Zuidas, a sud di Amsterdam. Il cantiere, però, non è ancora iniziato. A rischio c'è la continuità del lavoro di un'agenzia che, tra le altre cose, certifica la validità dei farmaci in commercio. L'ultimo sgarbo olandese sulla vicenda Ema potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.