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Egitto, annullata la condanna al poliziotto che uccise un'attivista

Condannato a 15 anni per lʼomicidio di Shaimaa El-Sabbagh a gennaio 2015, lʼagente ha presentato ricorso ottenendo un nuovo processo

Egitto, annullata la condanna al poliziotto che uccise un'attivista - foto 1
-afp

Era stato riconosciuto colpevole della morte di Shaimaa El-Sabbagh, l'attivista uccisa l'anno scorso a Il Cairo in un corteo pacifico.

Ma ora la sua condanna è stata annullata. Per l'agente di polizia la sentenza del tribunale era stata di 15 anni di reclusione dopo l'omicidio della donna divenuta un'icona della repressione delle manifestazioni in Egitto. Ad annullare la sentenza è stata la Corte di Cassazione, che ha ordinato un nuovo processo.

Il tribunale di grado inferiore aveva condannato il luogotenente Yassin Mohamed Hatem, 23 anni, dopo averlo dichiarato colpevole di "percosse con conseguenze mortali". Raramente in Egitto i poliziotti vengono condannati per aver ucciso manifestanti, da quando l'esercito ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi nel 2013. La Corte non ha ancora pubblicato alcuna motivazione della decisione di annullare la condanna dell'agente, come non ha comunicato la data del nuovo processo.

La morte di Sabbagh scatenò forte indignazione in Egitto e nel resto del mondo. L'accaduto è stato immortalato dalle telecamere e il presidente Abdel Fattah al-Sisi chiese che l'omicida fosse consegnato alla giustizia. L'attivista è stata uccisa il 24 gennaio 2015 nel quarto anniversario delle rivolte contro Mubarak, quando la polizia disperse la manifestazione pacifica organizzata dal suo piccolo partito di sinistra, l'Alleanza popolare socialista. I partecipanti volevano portare una corona di fiori in piazza Tahrir per commemorare le morti dei manifestanti durante le rivolte del 2011.

I gruppi per i diritti civili hanno accusato al polizia di aver ucciso centinaia di dimostranti, soprattutto islamisti, dopo la deposizione di Morsi, 700 in una sola giornata da agosto 2013, durante scontri a Il Cairo. Migliaia di sostenitori di Morsi sono finiti in carcere e centinaia condannati a morte in processi di massa.