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Dall'Ungheria Orban si congratula con Trump

Il premier ungherese è solo lʼultimo a fare i complimenti al neo presidente americano, dopo Erdogan e Putin

"La cosa più piacevole degli ultimi tempi", è così che Viktor Orban, premier ungherese, ha definito la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane.

Una frase che vuole essere un segnale di speranza per i futuri rapporti tra Ungheria e Stati Uniti. Orban ha anche commentato sugli ultimi anni della politica americana: "E' necessario che ognuno parli liberamente e non sono accettabili diktat da parte di altri Paesi anche nella politica interna".

Durante la conferenza stampa congiunta a Nis, sud della Serbia, con il collega serbo Aleksandar Vucic, Orban si pone come alleato del neo eletto presidente americano. Alle lodi a Trump si uniscono, però, anche le critiche all'ormai ex linea politica di Barack Obama: "Non va bene che a un parlamento eletto con libere elezioni in Ungheria arrivi qualcuno di un altro Paese e dica cosa bisogna fare. Questo è inaccettabile. Questa politica estera l'abbiamo avuta negli ultimi otto anni, è tempo ora di cambiare". 

Le parole di Orban ricalcano quasi esattamente le dichiarazioni di Erdogan, presidente turco, che aveva espresso le sue più sentite congratulazioni per l'elezione di Trump augurandosi delle modifiche positive per "i diritti di base e le libertà, la democrazia e gli sviluppi nella nostra regione".

L'apertura ungherese e turca fa eco anche all' amicizia politica tra Putin e Trump che è stata confermata da entrambe le parti con l' "intenzione di normalizzare le relazioni fra Stati Uniti e Russia". Una relazione questa che prima invece non era possibile, a quanto dice Putin.

La forza politica più europeista, quindi, sta subendo molti cambiamenti, evidentemente non sempre a suo vantaggio. E se in Francia c'è la possibilità di una vincita di Francois Fillon come Capo di Stato, risulta anche molto probabile un quarto mandato per Angela Merkel in Germania che potrebbe significare un'attenzione maggiore della Cancelliera verso gli interessi tedeschi rispetto a quelli europei.