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Clima, Obama: "Ok accordo Parigi, così salviamo il nostro pianeta"

Lʼazione congiunta di Washington e Pechino potrebbe portare allʼoperatività del trattato entro la fine dellʼanno

Anche gli Stati Uniti hanno aderito formalmente all'accordo sul clima siglato a Parigi su iniziativa dell'Onu per ridurre i gas serra nell'atmosfera.

Ad annunciarlo è stato Barack Obama al G20 di Hangzhou, poco dopo l'analoga mossa resa pubblica da Pechino. "E' il momento - ha commentato il presidente Usa - in cui abbiamo finalmente deciso di salvare il nostro pianeta".

Salgono a 23, dunque, i Paesi che hanno ratificato l'accordo di Parigi (Cop 21) del 2015, maturato su iniziativa dell'Onu e dopo un tormentato processo negoziale. Usa e Cina, rispettivamente al secondo e al primo posto tra i principali responsabili di emissione di gas serra,si impegnano ora a rispettare i passi necessari per onorare il trattato. Obama, in una cerimonia tenuta alla vigilia del G20 di Hangzhou che si apre domani, ha affermato che la cooperazione è "la miglior chance che abbiamo" per salvare il pianeta avendo accanto il collega cinese, Xi Jinping. I due leader hanno simbolicamente consegnato i rispettivi documenti al Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Quest'ultimo si è detto ottimista sull'entrata in vigore dell'accordo, considerando che i due Paesi producono il 38% di anidride carbonica a livello mondiale legato ad attività umane. Anche se per diventare operativo il Cop 21 necessita della ratifica di 55 Paesi, in rappresentanza del 55% delle emissioni mondiali. "Sono fiducioso", ha detto Ban, ringraziando Washington e Pechino "per aver lavorato insieme al raggiungimento di un risultato che nessuno può centrare da solo".

L'accordo L'obiettivo principale del trattato è quello di fissare le temperature "ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali", facendo tutto il possibile per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 gradi. Tutti i Paesi dovranno "preparare, comunicare e mantenere" degli impegni definiti a livello nazionale. La prima verifica dell'applicazione degli stessi e' fissata al 2023, i cicli successivi saranno quinquennali. L'articolo 9, inoltre, chiede ai Paesi sviluppati di "fornire risorse finanziarie per assistere" quelli in via di sviluppo. In particolare, dovranno fornire insieme 100 miliardi di dollari l'anno da qui al 2020.

L'azione congiunta di Washington e Pechino potrebbe portare all'operatività dell'accordo di Parigi entro la fine dell'anno, molto prima dei tempi inizialmente previsti.