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Cern, Gianotti a Tgcom 24: "Una donna a dirigere? Normale, un posto straordinario"

La neo direttrice: "LʼItalia sforna tanti bravi ricercatori, ma il precariato li costringe a emigrare"

fabiola gianotti cern
ansa

E' la prima donna a dirigere il Cern, l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare, eccellenza mondiale nella ricerca. Straordinario? "No, normale, perché il Cern è un luogo speciale che celebra la diversità" dice la neo direttrice Fabiola Gianotti, 52 anni, una formazione liceale classica, una laurea in fisica sub-nucleare all'Università di Milano. Eccezionale la sua carriera scientifica, costellata di successi soprattutto nello studio del Bosone di Higgs a tenere alta la bandiera italiana nel campo della ricerca e delle scoperte scientifiche. "La nostra scuola è ottima, molti connazionali hanno ruoli chiave al Cern. Purtroppo c'è il problema del precariato che costringe i ricercatori a emigrare senza speranza di ritorno".

Cern, Gianotti a Tgcom 24: "Una donna a dirigere? Normale, un posto straordinario"

Cosa significa una donna a capo del Cern?
Il Cern è un luogo che celebra la diversità, la diversità in tutti i sensi. Da quella etnica, di genere, di età. Vi lavorano quasi 10mila scienziati di 100 nazionalità diverse. Quindi la diversità è normale al Cern e per me è una ricchezza dell'umanità. Quindi non mi stupisce che a un certo punto della storia sia stata scelta una donna a dirigerlo.

Lei rappresenta l'eccellenza della ricerca italiana e la sua formazione è avvenuta interamente nel nostro Paese. Quanti colleghi ha visto abbandonare la ricerca per mancanza di fondi in Italia?
Purtroppo tanti, ma la scuola resta sempre un'ottima scuola. L'Italia continua a produrre eccellenti giovani. Io non sono il primo direttore generale del Cern, ricordo Edoardo Amaldi uno dei fondatori, Carlo Rubbia, Luciano Maiani che lo sono stati prima di me. Ma al di là dei direttori generali, ci sono tanti italiani che al Cern ricoprono cariche di grande importanza, capi progetto, coordinatori di gruppi di fisica ed è un segno della nostra eccellenza. Ecco, speriamo di poterla mantenere.

Cosa manca all'Italia oggi sul fronte della ricerca?
Credo che il precariato sia una piaga per i giovani, li spinge a emigrare all'estero senza possibilità di ritorno. Penso che questa sia la prima cosa da combattere.

Il Cern negli ultimi anni è assurto agli onori della cronaca per diversi esperimenti che solleticano la fantasia della gente: cosa dobbiamo aspettarci in futuro?
Tante belle scoperte, come quella del Bosone di Higgs.

Magari anche un nuovo World Wide Web?
Beh, senz'altro il Cern è un posto che produce tecnologia e innovazione che hanno avuto un impatto notevole nella vita delle persone. Oltre il Www, le tecnologie di accelerazioni sviluppate al Cern sono utilizzate oggi nella terapia contro i tumori. Insomma, è un posto davvero speciale sia dal punto di vista della tecnologia sia quello dell'innovazione.